Stasera in tv The Truman Show di Peter Weir, con Jim Carrey

Stasera in tv su Paramount Network alle 22,55 The Truman Show, un film del 1998 diretto da Peter Weir e interpretato da Jim Carrey, fino ad allora conosciuto principalmente per ruoli comici in film demenziali, in una delle sue prove attoriali più apprezzate. Il film, candidato a tre Premi Oscar nel 1999 e premiato con tre BAFTA e altrettanti Golden Globe, è ispirato parzialmente a un episodio di Ai confini della realtà. Al Box Office Usa The Truman Show ha incassato nelle prime 7 settimane di programmazione 122 milioni di dollari e 31,5 milioni di dollari nel primo weekend. In totale gli incassi furono di circa 240 milioni di dollari. Il film venne realizzato con un budget di 60 milioni di dollari, dopo una lunga e controversa gestazione. Con Jim Carrey, Laura Linney, Ed Harris, Noah Emmerich, Natascha McElhone.

Trama
Ogni secondo di ogni giorno che passa Truman è, a sua insaputa, il protagonista della soap opera documentaristica più lunga e seguita della televisione. Seaheaven, la cittadina dove Truman abita è in realtà un gigantesco teatro di posa dove amici e parenti sono tutti attori pagati che recitano la loro parte. Tutto va avanti fino al giorno in cui Truman comincia a sospettare qualcosa.

“È vero, come non hanno mancato di notare i critici americani, che non tutte le cose cadono perfettamente al loro posto nella pur perfetta sceneggiatura scritta da Andrew Niccol per il bel film di Peter Weir, e che l’allegoria, come tutte le allegorie, ogni tanto si inceppa. Ma The Truman Show è uno dei grandi film americani degli ultimi anni, per la buona ragione che è anche realizzato e girato con suprema eleganza visionaria. Il ritratto che Weir fa della nostra condizione di fruitori e vittime della società dello spettacolo, di voyeur televisivi e di esibizionisti nati, forse eccede qua e là in ambizioni kafkiane – soprattutto quando entra in scena il creatore, regista e inventore dello show (Ed Harris), che opportunamente si chiama Cristof, si prende per Dio, e si ridicolizza con un basco da pensatore esistenzialista – ma mescola in un gustosissimo blend il divertimento alla provocazine intellettuale, lo spettacolo alla malinconia. E il povero Jim Carrey è perfetto, con la sua faccia gommosa da bravo ragazzone americano alla Norman Rockwell, per incarnare l’uomo qualunque diventato la star (inconsapevole) più seguita del mondo, che a poco a poco prende coscienza e si ribella al mistero che lo costringe in un falso idillio, in falsi affetti, persino in piccoli gesti adatti a diventare un break pubblicitario. È anche vero che talvolta i meccanismi e le invenzioni narrative messe in campo dal film (per esempio i sistemi inventati dal “creatore” dello show per dissuadere Truman dall’andarsene da Seahaven) sono più brillanti e più appassionanti della vita del protagonista. Ma nonostante i piccoli nei, The Truman Show è un meccanismo a orologeria, una sofisticatissima satira dell’American Way of Life: a partire dal sogno urbanistico-sociologico di Seaside che, con doppio salto mortale, Weir prende dalla realtà, facendone lo sfondo apparentemente falso del suo piccolo mondo televisivo, per finire al fatto che la vita di Truman Burbank – quella che tutti, nei bar, nelle case, nei drive-in, osservano avidamente, senza perderne una sola ora – è la più noiosa delle esistenze, diventata uno show appassionante per il solo fatto di essere a disposizione di tutti in tv. Proprio come un altro “live show” noioso e privatissimo che ha bloccato il mondo intero per quattro ore lunedì 21 – preceduto, al contrario di The Truman Show che non è per i più giovani solo perché troppo complesso, dall’avviso che la trasmissione non era adatta ai bambini”.
(Irene Bignardi, La Repubblica, 25 Settembre 1998)

 

 

Luca Biscontini