Stasera in tv Tolgo il disturbo di Dino Risi, con Vittorio Gassman

Stasera in tv su Rai Storia alle 21,10 Tolgo il disturbo, un film italiano del 1990 diretto da Dino Risi. Prodotto da Pio Angeletti, Adriano De Micheli e Massimo Guizzi, scritto e sceneggiato da Enrico Oldoini, Dino Risi e Bernardino Zapponi, con la fotografia di Blasco Giurato, il montaggio di Alberto Gallitti, le scenografie di Gualtiero Caprara, i costumi di Ida Cristofori, Silvio Laurenzi e Carmen Pericolo e le musische di Francis Lai, Tolgo il disturbo è interpretato da Vittorio Gassman, Dominique Sanda, Elliott Gould, Eva Grimaldi, Firmine Richard, Monica Scattini, Donald Hodson, Gianni Franco. Nel film c’è anche un cameo di Giancarlo Giannini.

Trama
Augusto Scribani è tornato a casa dopo un lungo periodo in un ospedale psichiatrico. Ad accoglierlo ci sono la nuora con la nipotina e il nuovo convivente. Il figlio si è separato ed è lontano. I rapporti tra suocero e nuora non sono facili, ma la nipotina Rosa ha un grande affetto per il nonno e fugge con lui. La polizia li ritrova e la piccola viene mandata in collegio.

“Delicato ed elegante il film è carico di tenere correnti, impressioni fuggevoli, naturale semplicità e caratteri vivi ed esatti. Specie quelli, naturalmente, messi in mostra dai due personaggi principali, da una parte un Gassman smagliante, riflessivo, profondo e apparentemente indifeso; dall’altra la piccola Valentina Holtkamp, figura di bambina liberata di zavorre miagolanti, trattenuta nelle armoniche misure che si estendono al film come suo patrimonio narrativo”.
(Claudio Trionfera, La Rivista del Cinematografo)

“Parabola dei buoni sentimenti, Tolgo il disturbo è un film sull’afflizione e sul disagio della terza età. Dino Risi cesella puntualmente immagini tragicomiche e strampalati salti estemporanei che ricalcano una matrice felliniana. L’incisività del film è spesso inframmezzata da sporadici pretesti umoristici che, per mancanza di un coordinamento logico, falliscono rivelandosi ingiustificati. Così la trovata, per altro breve e scontata, dell’apparizione televisiva del protagonista in un talk-show diventa il classico pretesto per stemperare in farsa la tematica seriosa di partenza. Con discrezione e garbo Risi evita accuratamente i patetismi, non eccede in malinconia, affidandosi ad una vicenda agrodolce di carezze e sberle. Volutamente diviso fra registro comico ed onirico, Risi cerca di venire a compromessi (e se ne comprende lo sforzo) con i gusti del pubblico. Per la quindicesima volta regista di uno dei suoi divi preferiti, mostra ancora una volta le corde robuste di un affiatamento che ha sostenuto per anni il cinema italiano. Un grandissimo Vittorio Gassman alle prese con un ruolo complesso, fra tragedia e humour raffinato, avvalora l’efficacia dell’intesa. Esemplare la scelta di Elliot Gould, matto amabile, nei panni di un poveraccio schiavo d’amore. Inevitabilmente il film non guarisce ferite aperte. Maltrattato da una distribuzione scriteriata, il film ha tutta l’aria di un commiato inevitabile. Titolo emblematico, dal duplice significato. La curiosità degenerata in indifferenza rende il mondo inospitale per un grande del passato come Risi. E allora giro di valzer, spallucce con inchino ad un mondo mostruosamente cambiato”.
(Cinema Bellini, 9 Marzo 1991)

 

 

Luca Biscontini