Stasera in tv Totò, Peppino e… la dolce vita, con Totò e Peppino De Filippo

Stasera in tv su Cine34 alle 21 Totò, Peppino e… la dolce vita, un film del 1961 diretto da Sergio Corbucci ed interpretato da Totò e Peppino De Filippo. Il film è una parodia della pellicola girata l’anno precedente da Federico Fellini La dolce vita riutilizzando gran parte della costosa scenografia di via Veneto allestita per quel film. Con Totò, Peppino De Filippo, Mara Berni, Francesco Mulè, Rosalba Neri.

Trama
I notabili di un paesino del meridione vorrebbero far deviare il tracciato dell’autostrada vicino al paese. Per questo spediscono a Roma, dopo averlo imbottito di soldi, Antonio. Di Antonio però non si sa più nulla pertanto dal paese parte Peppino alla sua ricerca. Rintracciato Antonio, Peppino scopre che il compare si è dato alla dolce vita e ne segue prontamente le orme. I due frequentano locali notturni e belle donne finché un parente li riporta a casa. Ricalcato solo in parte sull’originale di Fellini, il film ha alcuni momenti esilarnati nel confronto tra i due provinciali e la città.

Il film viene prodotto da Gianni Buffardi, marito di Liliana de Curtis e quindi genero di Totò. La prima scena a via Veneto viene girata da Camillo Mastrocinque che però alcuni giorni dopo, a seguito di contrasti con la produzione, decise di abbandonare il set. La regia venne quindi affidata a Sergio Corbucci e la sceneggiatura scritta man mano che procedette la lavorazione della pellicola. Quando Totò, in qualità di presidente del Sindacato Posteggiatori Abusivi, aizza la folla con un discorso in cui chiede un parcheggio al sole, parodizza ben tre personaggi storici: Karl Marx («Abusivi di tutti i posteggi urbani e interurbani, unitevi!», che fa il verso al celebre appello del Manifesto del Partito Comunista), l’abate Sieyès («Che cosa chiediamo noi? (…) Che cosa abbiamo ottenuto finora?», con riferimento al famoso pamphlet Che cos’è il Terzo Stato?) e Benito Mussolini («Abbiamo pazientato 40 mesi: ora basta!», che riecheggia il discorso con cui il Duce annunciò l’invasione dell’Etiopia).

Vari i tagli della censura, in particolare, viene esclusa una scena considerata volgare in cui Totò e Peppino prendono in giro i personaggi della “dolce vita” con riferimento all’Odissea: «Qui, guardati intorno, sono tutti Proci!» dice Totò e Peppino risponde: «Me ne sono accorto»; ribatte Totò: «Oggi essere Procio è un titolo d’onore. Io, per esempio, se fossi in te, dato che hai anche il fisico, modestamente, fatti Procio!» e ancora «Tu sei scemo!», «Fatti Procio!», «Ma vattene!». Altra scena tagliata quella in cui Totò rincorre il ministro fin dentro una chiesa e gli si inginocchia vicino chiedendogli un posto di lavoro. Il regista Sergio Corbucci appare nel film in veste di attore in due sequenze esilaranti. È il cliente del bar che vuole telefonare e mette fretta a Peppino (che in quel momento sta utilizzando il telefono pubblico del locale) disturbandolo con il rumore dei gettoni che fa nervosamente saltellare nella propria mano (quando lo vede, Peppino esclama tra sé seccato “Ecco, è arrivato il campanaro”).

 

 

Luca Biscontini