Stasera in tv Totò, Peppino e la… malafemmina

Stasera in tv su Rai Storia alle 21,10 Totò, Peppino e la… malafemmina, un film del 1956 diretto da Camillo Mastrocinque. Prodotto da Isidoro Broggi e Renato Libassi, scritto e sceneggiato da Sandro Continenza, Nicola Manzari, Edoardo Anton e Francesco Thellung, con la fotografia di Mario Albertelli e Claudio Cirillo, il montaggio di Gisa Radicchi Levi, le scenografie di Alberto Boccianti e le musiche di Pippo Barzizza, Lelio Luttazzi e Totò, Totò, Peppino e la… malafemmina è interpretato da Totò, Peppino De Filippo, Teddy Reno, Dorian Gray, Nino Manfredi, Mario Castellani, Edoardo Toniolo, Vittoria Crispo.

Trama
Totò e Peppino vengono a sapere che il loro nipote Gianni, anziché studiare all’università, si è unito a una compagnia di teatro per seguire la bella Marisa della quale si è innamorato. I due zii tentano di tutto per allontanare il nipote da quella che credono sia una donna di facili costumi e a questo scopo lasciano per la prima volta il paesello per Milano.

“Signorina, veniamo noi con questa mia addirvi una parola che, scusate se sono poche, ma settecento mila lire, noi ci fanno specie che quest’anno c’è stato una grande morìa delle vacche, come voi ben sapete. Punto, due punti, ma sì, fai vedere che abbondiamo, abondantis, abondandum; questa moneta servono a che voi vi consolate dai dispiacere che avreta -già ,è femmina e va al femminile – perché dovete lasciare nostro nipote, che gli zii che siamo noi medesimo di persona, vi mandano questo, perché il giovanotto è studente che studia, che si deve prendere una laura, che deve tenere la testa al solito posto, cioè sul collo -punto, punto e virgola, punto e un punto e virgola. (Peppino obietta – troppa roba -). Lascia fare se no dicono che siamo provinciali, siamo tirati. Salutandovi indistintamente i fratelli Caponi, apri una parente -che siamo noi-. Hai aperto la parente? Chiudila”.

Con la leggendaria “sequenza della lettera”, quasi completamente improvvisata e consegnata definitivamente all’immaginario cinematografico popolare, si può riassumere Totò, Peppino e la… malafemmina, un film a tratti notevolmente divertente, in cui il virtuosismo comico di Totò raggiunge l’apice. Secondo la testimonianza di Teddy Reno, in seguito confermata in parte anche da Ettore Scola (che partecipò in qualità di aiuto regista) la nota scena, infatti, fu semi inventata al momento. In origine non era riportata nel copione, che non convinceva del tutto i due attori, i quali, durante le riprese, stravolgevano spesso e volentieri le scene da girare. Nella versione definitiva, inoltre, si nota che Peppino scrive la seconda metà della lettera sull’ultima riga, sovrascrivendola più volte, probabilmente non prevedendo un testo così lungo. Scola aggiunse che lui, autore di rilievo di alcune gag, lavorando nel cast tecnico del film, propose la scena.

Il film riscosse un enorme successo di pubblico, raggiungendo i quattro milioni e mezzo di spettatori. Ovviamente, i soliti critici-tromboni non lo apprezzarono. Addirittura sull’Avanti apparve questa perentoria affermazione: «Una farsa grossolana urlata in dialetto napoletano dalla prima all’ultima scena […]. È avanspettacolo e fumetto della peggior qualità, né la presenza di bravi attori come Totò e Peppino De Filippo si fa avvertire, almeno sul piano della buona recitazione.»

Ma in questo, come in molti altri casi simili, la storia ha dato ragione al film che, a distanza di più di sessant’anni non cessa di entusiasmare, anche e soprattutto le nuove generazioni, a dimostrazione di quanto, invece, fu un eccellente prova di comicità e talento, soprattutto dei suoi inimitabili interpreti.

 

 

Luca Biscontini