Stasera in tv su TV 2000 (canale 28 DT) alle 20,55 Un tè con Mussolini, un film del 1999 diretto da Franco Zeffirelli. Con il soggetto di Zeffirelli, la sceneggiatura di John Mortimer, la fotografia di David Watkin, il montaggio di Tariq Anwar, i costumi di Anna Anni e le musiche di Stefano Arnaldi, Jerome Kern e Alessio Vlad, Un tè con Mussolini è interpretato da Cher, Judi Dench, Joan Plowright, Maggie Smith, Massimo Ghini. Il film si autodefinisce come un’opera ‘semi-biografica’ e non come una pellicola storica; mentre diversi elementi sono stati effettivamente vissuti dai protagonisti, altri sono stati montati a scopo cinematografico. Il film ha vinto un premio BAFTA per la migliore attrice non protagonista (Maggie Smith) e un Nastro d’argento per i migliori costumi (Anna Anni e Alberto Spiazzi).
Trama
Firenze; 1934: un gruppo di signore inglesi si trova presso la tomba di Elizabeth Barrett Browning per l’annuale omaggio alla poetessa. Al raduno di “le Scorpione”, chiamate così per il loro pungente umorismo, manca solo Mary, che arriva tenendo per mano un bambino. Si tratta di Luca, figlio naturale di un mercante di tessuti per il quale Mary lavora: l’uomo si è rifiutato di riconoscere il piccolo Luca, che in seguito verrà adottato dalle “Scorpione”.
“È una storia che mi porto dietro dal ‘52, quando ero aiuto regista di Visconti; il titolo era “Le nemiche”, che poi ho raccontato anche nel mio libro autobiografico pubblicato a New York e tradotto in dodici lingue, ma non in italiano. Ci sono stati tanti registi che hanno parlato di se stessi sempre trasfigurando la realtà, Un tè con Mussolini è un film storico, anche se non segue una rigorosa rappresentazione storica. Alla storia appartengono questo gruppo di signore inglesi chiamate affettuosamente e ironicamente “Scorpioni” perché potevano morderti con il veleno della loro lingua e vi appartengono anche la mia infanzia e la mia adolescenza. Io sono figlio naturale di un mercante di tessuti. Alla morte di mia madre, mio padre, un vero mascalzone che ha riempito Firenze di figli illegittimi, mi affidò ad una donna inglese, il cui ruolo è intepretato da Joan Plowright, che mi insegnò la lingua e tramite lei, entrai in contatto con questo gruppo di signore bizzarre e prepotenti, le quali mi fecero capire in che mondo ricco di arte vivevo. Se oggi sono orgoglioso di essere fiorentino è merito loro; mi hanno trasmesso la passione per il teatro, per l’arte e le cose belle. In quel periodo a Firenze c’erano diciottomila residenti inglesi, almeno fino alla dichiarazione di guerra di Mussolini all’Inghilterra. Dopo, quasi tutti lasciarono la città, non però il “mio” gruppo di signore che venne recluso a San Gimignano. Non fu una vera prigione per loro, perché avevano l’intero paese a disposizione e si divertivano da morire. Verso la fine della guerra riuscirono anche a salvare le torri del paese che i tedeschi volevano far saltare in aria prima di ritirarsi”.
(Franco Zeffirelli)
“Dieci anni (1934-44) nella vita del fiorentino Luca Innocenti (prima Charlie Lucas, poi B. Wallace), alter ego di Zeffirelli, figlio illegittimo di un mercante di tessuti che cresce in un gineceo di gentildonne inglesi innamorate dell’Italia e della sua cultura (anche di Mussolini), internate durante la guerra a San Gimignano. Da L’autobiografia di Zeffirelli (inedita in Italia), adattata dallo stesso e da John Mortimer. Nonostante i noti limiti del cinema zeffirelliano (oleografia sentimentale, banalità melodrammatica, cartoline illustrate per l’export, fatuità da classe vip, imbarazzanti capitoli finali), l’autobiografismo (romanzato) ha due punti indiscutibili all’attivo: il soggetto (l’idea di base) e la direzione (e la scelta) delle attrici, comprese le due americane (Cher, vestita da Ermanno Daelli, e Lily Tomlin). L’attore che interpreta Benito Mussolini che, passata l’infatuazione, Lady Hester Random (Smith) definisce “bastard”, è Claudio Spadaro.”
(Il Morandini)
Luca Biscontini
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