Stasera in tv Una pura formalità Giuseppe Tornatore

Stasera in tv su Cine34 alle 21,10 Una pura formalità, un film del 1994 diretto da Giuseppe Tornatore. È stato presentato in concorso al 47º Festival di Cannes. Il film è stato girato nel borgo abruzzese di Santo Stefano di Sessanio, presso il bosco di Campo Imperatore, al confine con Rocca Calascio, e nelle case pagliare del centro storico. La canzone Ricordare, che viene proposta sia all’interno del film nella scena centrale, sia alla fine del film con i titoli di coda, è stata composta da Ennio Morricone e dal figlio Andrea Morricone, con testo scritto da Giuseppe Tornatore, ed è stata cantata in italiano da Gerard Depardieu. Scritto, sceneggiato e montato da Giuseppe Tornatore, con la fotografia di Blasco Giurato, le scenografie di Andrea Crisanti e le musiche di Ennio e Andrea Morricone, Una pura formalità è interpretato da Gérard Depardieu, Roman Polanski, Sergio Rubini, Tano Cimarosa, Nicola Di Pinto, Paolo Lombardo. Il film ha vinto un David di Donatello (migliore scenografia ad Andrea Crisanti), un Nastro d’Argento (miglior produttore a Mario Cecchi Gori e Vittorio Cecchi Gori) e un Globo d’oro (miglior fotografia a Blasco Giurato).

Trama
Un uomo viene arrestato di notte, sotto il diluvio, e portato in un fatiscente commissariato. È sempre più nervoso, ma quando arriva il commissario la tensione si smorza. Interrogatorio. È stato trovato un cadavere e l’uomo (che si qualifica come un celebre scrittore) non riesce a ricostruire le sue ultime ore. All’alba, finita la schermaglia dialettica, tutto sarà divenuto finalmente “chiaro”.

“Caricato come una molla, di forte tensione drammaturgica, abilmente sospeso tra realtà e visione onirica, il film di Tornatore denota chiaramente una lunga e sofferta maturazione fatta di lavoro a tavolino in fase di sceneggiatura e poi di un’attenta regia con la macchina da presa mobile e nervosa, si da supplire all’angustia della scena, e poi ancora di un lavoro di fino sugli attori, richiamati al massimo della concentrazione e dell’impegno. Insomma, un film che rivela l’abilità, il mestiere, la passione di una vecchia razza di metteurs en scène che sembrava scomparsa.”
(Enzo Natta, Famiglia Cristiana, 15 Giugno 1994)

“Se si rinuncia alla smania dell’interpretazione c’è da dire che Una pura formalità inchioda alla poltrona durante l’intera sua durata per la sagacia energica della costruzione drammatica, l’alta tenuta figurativa che ha trovato un supporto nella funzionale fotografia di Blasco Giurato, l’ammirevole concertazione degli attori. Dopo averlo visto si comprende perché Tornatore abbia voluto Roman Polanski (doppiato da Leo Gullolta nell’edizione italiana) per la parte dell’innominato commissario: in questo allucinato dramma notturno di onirismo nordico, tutto giocato sulla corda pazza dell’assurdo, Polanski era l’antagonista ideale di un Depardieu (con la voce di Corrado Pani) la cui straripante fisicità attoriale raramente era stata messa in immagini e guidata con altrettanta violenza di segno espressionista.”
(Morando Morandini, Il Giorno, 16 Maggio 1994)

“Complimenti a Giuseppe Tornatore. È stato coraggioso a girare un film così teatrale (che bella pièce ne potrebbe venir fuori!), così letterario, così pirandelliano. Un film che più che raccontare una storia suggerisce un’idea, una riflessione sulla vita, la morte e la memoria. Un film che può piacere moltissimo o essere fortemente respinto, tanto è singolare. Le citazioni tratte dai libri inventati sono state scritte da Pascal Quignard, l’autore di Tutte le mattine del mondo, e danno alla storia un ulteriore aspetto di spaesamento. Ed è proprio questo, l’idea che siamo tutti un po’ fuori posto, un po’ a disagio nei nostri panni, il senso del film. O meglio il senso che più dolorosamente colpisce del film.” (Vivilcinema)

 

 

Luca Biscontini