Stasera in tv Vogliamo anche le rose di Alina Marazzi

Stasera in tv su Rai Storia alle 22,50 Vogliamo anche le rose, un film documentario del 2007 scritto e diretto da Alina Marazzi e presentato al Locarno Film Festival. Scritto e sceneggiato da Alina Marazzi, con la fotografia di Mario Masini, il montaggio di Ilaria Fraioli, le musiche di Ronin e Bruno Dorella, il film vede la partecipazione di Teresa Saponangelo, Anita Caprioli e Valentina Carnelutti. La produzione di Vogliamo anche le rose parte da un desiderio della regista di scoprire nuovamente il movimento femminista degli anni ’70 e di trovare una sua espressione nel mondo moderno.

Trama
La regista Alina Marazzi ripercorre gli anni delle lotte femministe per l’emancipazione. Il documentario utilizza immagini di repertorio, filmati in Super8, immagini delle Teche Rai e della Cineteca di Bologna, film sperimentali di Adriana Monti, Loredana Rotondo e Alfredo Leopardi, testi tratti dai diari dell’Archivio di Pieve Santo Stefano. Non mancano lettere e conversazioni con le testimoni di quegli anni, foto dell’epoca, fotoromanzi e riviste. Tutte queste immagini vengono intercalate a tre percorsi individuali vissuti a Roma, quelli di Anita, Teresa e Valentina, che scrivono le loro memorie nel 1967, nel ’75 e nel ’79. Anita viene da una famiglia borghese, si sente stretta nelle maglie dell’educazione cattolica impartitale dai suoi genitori e si iscrive all’università proprio quando stanno esplodendo i fermenti del ’68. Teresa arriva a Roma da un paesino della provincia di Bari per sottoporsi a un aborto clandestino. Infine, Valentina, è una ragazza politicamente attiva che frequenta un collettivo.

“Il film immagina gli eventi narrati nei diari ricorrendo a materiali di repertorio dell’epoca, accostandoli, forzandoli ed esaltandoli in una libera interpretazione che vuole andare al di là della ricostruzione storica per cogliere il più possibile tutta la verità emotiva e esistenziale di cui la storia è fatta. Di quanto esigeva il celebre slogan “Vogliamo il pane, ma anche le rose”, con cui nel 1912 le operaie tessili marcarono con originalità la loro partecipazione a uno sciopero di settimane nel Massachusetts, forse il necessario, il pane, è oggi dato per acquisito. Ma le donne si sono battute per un mondo che desse spazio anche alla poesia delle rose. Ed è una battaglia più che mai attuale.”
(Alina Marrazzi)

“L’ambizione – riuscitissima – è quella di ricostruire non tanto un percorso cronologico attraverso l’Italia dei Sessanta e dei Settanta ma piuttosto di restituire un’atmosfera, una identità collettiva, un’immagine condivisibile senza essere di parte. E’ chiaro che la Marazzi affida al femminismo e alla coscienza femminile il compito di unificare tutto quel materiale, ma lo fa con una ricchezza di punto di vista e di angolazioni che evitano qualsiasi settarismo o ideologismo. E ci riesce anche, se non soprattutto, per forza di stile, lavorando sul montaggio, frantumando le sequenze per conservare solo le immagini davvero significative, capaci di ‘parlare’ senza bisogno di parole. Che si tratti del volto silenzioso di una donna o dei cori rumorosi delle manifestazioni, dell’immagine stereotipata di una copertina o di una sequenza strappata dal contesto.”
(Paolo Mereghetti, Corriere della Sera, 7 Marzo 2008)

“Il valore di testimonianza sociale e di costume viene esaltato da una fortissima impronta di stile e da una decisa quanto originale scelta di linguaggio. Da un documentarismo tutto affidato alla manipolazione e alla elaborazione delle più varie fonti di repertorio, senza escludere le più fatue o (apparentemente) effimere come pubblicità, fotoromanzi o filmini familiari. Con sensibilità e intelligenza da ammirare.”
(Paolo D’Agostini, La Repubblica, 7 Marzo 2008)

 

 

Luca Biscontini