Dietro ogni grande performer c’è una storia di sacrificio, passione e determinazione. Stefano Bellina è un esempio di come il talento possa diventare una professione a tutto tondo: ballerino, acrobata, coreografo, insegnante, modello e personal trainer. La sua vita è un viaggio tra sogni realizzati, sfide da superare e ambizioni ancora più grandi. Scopriamo insieme il suo percorso, tra passioni, collaborazioni internazionali e momenti indimenticabili.

1. Come hai scoperto la tua passione per la danza, e cosa ti ha spinto a trasformarla in una professione?

Ho scoperto la passione per la danza a 16 anni. Prima giocavo a calcio e ero abbastanza bravo, ma un infortunio al ginocchio mi ha bloccato. Durante una vacanza in un villaggio turistico tra i 16 e i 17 anni, vidi un animatore che ballava break dance. Fu un colpo di fulmine: mi affascinò così tanto che diventai il mio idolo. Da quel momento, rimasi folgorato dalla danza, e in quel villaggio guardavo i ballerini come delle star.

Diventai subito consapevole: “Io diventerò un ballerino”. Appena conobbi la danza, a quasi 17 anni, iniziai sin da subito ad allenarmi seriamente. A 20 anni iniziai a fare i miei primi grandi lavori per televisioni e brand vari, come Carrera, e lavorai anche molto con il coreografo di Tiziano Ferro, ovvero Max Bartolini.

Mi sono impegnato con grande sacrificio, allenandomi quasi sempre, anche durante le festività natalizie, tranne il giorno di Natale. Lavoravo duramente, spesso rinunciando a momenti di svago, perché credevo fermamente nel mio sogno.

2.Nel corso degli anni hai adottato diversi pseudonimi prima di arrivare al tuo vero nome, Stefano Bellina. Cosa ti ha spinto a tornare alle origini e a utilizzare il tuo nome autentico come identità artistica?

Un giorno, mentre lavoravo con Brumotti, lui mi diede un consiglio importante: mi disse che i miei pseudonimi, come “Steve Dancer” e altri, non rispecchiavano davvero la mia identità. Mi suggerì di scegliere un nome che rappresentasse autenticamente chi sono. Per anni sono stato conosciuto con diversi pseudonimi, rischiando di perdere riconoscibilità, ma seguendo il suo consiglio, nel 2018 ho deciso di tornare al mio vero nome, Stefano Bellina. “Steve Dancer” rappresentava una fase della mia carriera, ma oggi mi sento più autentico e completo con il mio nome, che incarna pienamente la mia identità artistica e il mio percorso.

3. Hai fondato gruppi come “Noumeno” . Qual è stata l’esperienza più memorabile con questi gruppi, e come hanno influenzato il tuo stile coreografico?

Con “Noumeno” abbiamo partecipato a numerose gare e lavorato in TV. La creazione di quel gruppo mi ha dato la possibilità di performare con professionisti e di vincere molte competizioni. È stata un’esperienza molto bella, perché abbiamo dato vita a una vera compagnia di danza. Tuttavia, a un certo punto ho capito che dovevo fare da solo, perché i problemi interni erano troppi. Così ho deciso di intraprendere la mia strada in solitaria non solo come ballerino, performer e modello, ma anche come coreografo, continuando a crescere come artista. 

4. Hai lavorato in programmi come “Chiambretti Night” e “La prova del cuoco”. Com’è stato passare dai palchi di danza ai set televisivi, e quale momento in TV ti ha segnato di più? 

Nel corso della mia carriera ho lavorato in molti videoclip, spot pubblicitari e programmi TV. Non ho un percorso univoco, perché amo sperimentare diversi ambiti artistici. Ho collaborato con grandi produttori come Mitch di Radio 105, con il quale sto attualmente portando avanti una collaborazione duratura. Oltre che con altri professionisti molto importanti, tra cui DJ, cantanti, registi, produttori e brand di rilievo.

Il passaggio dal teatro alla televisione non è stato facile, perché sono un artista poliedrico e cerco sempre di adattarmi alle diverse situazioni. Un episodio che ricordo con particolare intensità è stato il mio lavoro con Barbara D’Urso: durante le prove, ho avuto un momento di tensione perché mi sono trovato a dover coreografare alcuni ballerini non professionisti in tempi molto ristretti, e le tensioni sono aumentate. Purtroppo, in quella circostanza, Barbara D’Urso non si è dimostrata molto comprensiva.

In ogni caso, il mio modo di lavorare si basa sempre sul cuore: amo mettere passione, dedizione e sincerità in ogni progetto. Per me, essere autentico e coinvolto è fondamentale, perché credo che solo così si possa creare qualcosa di veramente speciale. In generale, preferisco lavorare con il cuore e mantenere un clima sereno e molto friendly, sono molto professionale e mi impegno al massimo in ogni cosa che faccio.

5. Hai lavorato con marchi come Reebok, Nikon e Vibram, e in eventi come Cosmoprof e Decathlon. Come cambia il tuo approccio quando balli per un brand rispetto a un programma TV o un video musicale?

In realtà, come artista, mantengo la stessa passione e professionalità, indipendentemente dal contesto. Ballare per un brand o per uno spettacolo televisivo è diverso solo per il tipo di pubblico e il contesto, ma l’approccio rimane quello di un artista puro. Per esempio, quando ho ballato per Reebok, mi sono divertito molto e sono stato stimolato dai ballerini di fama mondiale che hanno lavorato con me in quella occasione. La televisione, invece, ha un’energia diversa: davanti a un pubblico numeroso, come in un concerto con 10.000 persone, l’adrenalina è forte e l’emozione unica.

6. Chi sono stati i tuoi idoli o ispirazioni nel mondo della danza, e c’è un coreografo o ballerino con cui sogni di collaborare?

Ho avuto il piacere di lavorare con grandi ballerini e coreografi, tra cui Oriella Dorella, étoile della Scala di Milano. Lavorare con lei mi ha sbloccato e motivato molto; mi ha dato fiducia e feedback positivi, che mi hanno spinto a crescere ulteriormente. Tra le icone mondiali, ho una grande ammirazione per J Michael Jackson e per molti artisti hip hop degli anni 80 e 90 che mi hanno fatto amare profondamente il ballo e l’allenamento. Ho avuto l’opportunità di lavorare con uno dei suoi coreografi, un’esperienza molto significativa per la mia crescita artistica. Come idoli stranieri (americani) con cui ho avuto la fortuna di ballare assieme ci sono stati Pac Man, Bboy Cloud e Krazy Kujo, oltre a diversi ballerini francesi molto forti con cui ho lavorato in Tv in Francia.

Tutti questi mostri sacri della street dance mi hanno fatto un sacco di complimenti, e per me è stato un grande onore. Infine, ho avuto il privilegio di lavorare con molti cantanti italiani davvero famosi, oltre che per diversi brand noti in tutto il mondo e per svariate trasmissioni televisive, arricchendo ulteriormente la mia esperienza professionale.

7. Come trovi l’equilibrio tra vita professionale e personale, e qual è il tuo rituale per ricaricarti?

La mia vita è molto impegnata, ma amo profondamente il mio lavoro. Sono anche insegnante e formatore, e questo mi permette di trasmettere la mia passione. Mi alleno circa cinque volte a settimana, e coltivo diverse passioni. Anche se il tempo è poco, cerco di dedicarmi alle cose che amo, perché per me non è solo un lavoro ma uno stile di vita. Vorrei avere giornate più lunghe, ma mi accontento di fare del mio meglio ogni giorno.

8. Quali sono i tuoi progetti futuri e curiosità?

Attualmente sto comprando casa, dopo tanti anni di affitto. Desidero stabilità, anche sentimentale: ho finalmente trovato una compagna stabile, e credo sia arrivato il momento di “diventare maggiorenne”. Tra i miei sogni c’è anche quello di crescere come artista e professionista, magari collaborando con artisti stranieri di grande calibro nel mondo hip hop o dance internazionale.

9. Qual è il consiglio che daresti a un giovane ballerino che vuole entrare nel mondo dello spettacolo, magari seguendo le tue orme in TV?

Il consiglio principale è avere un forte mindset e impegnarsi seriamente per raggiungere obiettivi importanti. È fondamentale credere nella propria vocazione, lavorare sodo e non mollare mai. Bisogna conoscere i propri parametri fisici e tecnici, essere determinati, positivi e consapevoli delle proprie possibilità. La strada è dura, ma con impegno e passione si può arrivare lontano.

10. Qual è il momento più folle o indimenticabile della tua carriera?

Uno dei momenti più folli della mia carriera è stato dopo una trasmissione a Praga, quando la produzione ci ha sistemati tutti nello stesso hotel a cinque stelle. Il backstage sembrava un film: tra modelli e modelle bellissimi e ambienti incredibili. Ma poi, durante la serata, tutto è diventato surreale: sembrava un locale scambista, e la scena si è fatta così assurda da sembrare uscita da un film porno. Per fortuna, io ero fidanzato e sono riuscito a mantenere la calma, senza coinvolgermi in nulla. È stata un’esperienza davvero indimenticabile, che ricorderò sempre.

La vita di Stefano Bellina è un esempio di come la passione, il sacrificio e la determinazione possano portare a realizzare sogni ambiziosi. La sua storia ci insegna che, con impegno e autenticità, si può trasformare una passione in una carriera ricca di momenti unici e sfide da affrontare con coraggio. Per chi sogna di entrare nel mondo dello spettacolo, il suo consiglio è semplice: credi in te stesso, lavora sodo e non smettere mai di inseguire i tuoi sogni. La strada è lunga, ma il successo è alla portata di chi ha il cuore e la mente pronti a lottare.


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