Stefano Bellina: noto coreografo, ballerino, performer, atleta e fotomodello alla ricerca della vera arte.

Stefano, sei un elemento polivalente lavorando come coreografo, ballerino, performer e fotomodello…Cosa più ti appaga e gratifica come professione?
Ciò che più mi gratifica è sicuramente il ruolo da coreografo, performer e ballerino… Vivo di arte ed emozioni e quest’ultime le trasformo in espressione artistica mediante la creazione di coreografie o mediante l’improvvisazione.
Adoro inoltre inventare e “forgiare” nuovi passi o tricks (notevoli gesti atletici innaturali).

Ti piace quindi in misura minore lavorare come fotomodello?
Si, in quanto si parla di mera estetica, di forma senza contenuto, di un qualcosa, a parer mio, di sterile e finalizzato a se stesso.


A questo punto mi viene da chiederti come mai lavori frequentemente anche come fotomodello o comunque ti cimenti in lavori prettamente di immagine?
Per il fatto che dedico molto tempo alla cura del corpo sia a livello funzionale che estetico in quanto mi serve anche  come ballerino e performer. Purtroppo in Italia anche nel mondo della danza è più importante il lato estetico rispetto a quello artistico, pertanto…Mi adeguo.
La ricerca artistica la coltivo comunque sempre poiché mi arricchisce interiormente; fortunatamente talvolta qualche regista o produttore presta attenzione anche a questo elemento.
Detto ciò, dato che ci sono, accetto anche i lavori come fotomodello.

Sei anche un performer, cosa intendi nello specifico con questo ruolo-professione?
Con performing intendo tutto ciò che faccio che non è prettamente danza ma legato ad essa quando lo eseguo a tempo di musica.
Sono infatti anche acrobata e callistenico professionista e nelle mie performance, recitate, danzate o semplicemente svolte inserisco molti elementi di parkour, calisthenics, pole dance e acrobatica.
Adoro mischiare e contaminare attingendo a piene mani da più discipline.