Sulle nuvole: dove c’è il (Tommaso) Paradiso

Lo schiribizzo di certi artisti di cimentarsi su più fronti ha colpito anche Tommaso Paradiso, cantautore ed ex frontman dei Thegiornalisti, che ci propone Sulle nuvole, suo primo lungometraggio da regista, al cinema dal 26 al 28 Aprile 2022.

Musica e romanticismo si fondono nel primo progetto registico dell’artista romano, scritto con Chiara Barzini e Luca Infascelli. Nic Vega (nelle giuste fattezze di Marco Cocci) è un cantautore che, a seguito del successo ottenuto, è crollato nella depressione e nella dipendenza dall’alcool, tanto da ritirarsi dalle scene. Dopo quindici anni di esilio mediatico vissuti a Cecina, col solo interesse per le verdure del suo orto, riceve un’offerta di lavoro da Roma. Neanche il tempo di ambientarsi che un incidente causa l’immediato licenziamento di Nic, costretto a chiedere aiuto a Francesca (l’altrettanto azzeccata Barbara Ronchi), la sua vecchia fiamma e musa, oggi sposata con Riccardo (Paolo Briguglia) e madre di due figli. L’ospitalità della famiglia è encomiabile ma la vicinanza tra Vic e Francesca, allo stesso tempo, creerà insidie sentimentali e farà sbocciare ispirazioni poetiche da tempo assopite.

C’è molto di Paradiso in questo film, a partire dall’aspetto visivo. Nic Vega, infatti, con quella capigliatura lunga, la barba e gli occhiali da sole, risulta quasi una sua versione provenuta da un mondo parallelo. Ci sono le tematiche dell’amore, onnipresenti nella sua discografia recente. Il regista mette in immagini le sue pulsioni, le debolezze, le fonti di ispirazione che portano alla scrittura di un brano e, perché no, anche un pizzico (poco dosato) di ego, dato che la sua controfigura filmica viene osannata all’estrema potenza, tanto da apparire come l’icona di cui il panorama discografico aveva bisogno e di cui sentiva la mancanza dopo la decennale sparizione. Il contesto musicale resta però quasi sempre di contorno per inquadrare più la sfera privata della fantomatica ex star. Infatti è curioso che si sentano più i suoni delle bottiglie stappate che quelli di effettivi strumenti o linee melodiche. Ma forse è meglio così, visti i brani che vengono presentati all’interno del film. Non vuole essere una critica ma viene da chiederci: un artista le cui massime perle sono quelle Francamente e Mottorino accennate nel film, può effettivamente ricoprire un ruolo tanto imponente? Lasciamo la risposta alle infinite possibilità del sacrosanto concetto di “gusto”.

Sulle nuvole sostanzialmente viene lasciato ruotare attorno agli equilibri tipici degli amori quasi impossibili tra la ragazza angelica e il classico uomo tenebroso e pieno di problemi. Ma quindi come può distaccarsi da prodotti leggeri in stile Tre metri sopra il cielo di Federico Moccia, per dire? Probabilmente lo stare al passo coi tempi, cosa comunque presente nella filmografia di Moccia. Perché è un film basato su una storia d’amore che funziona ma che risulta a tratti favola anacronistica. Paradiso sembra impantanato concettualmente negli stilemi degli anni Ottanta/Novanta. I protagonisti sono adulti ma vengono tramutati in “grandi adolescenti”, nostalgici di una passata libertà, spinti quasi forzatamente al superare gli oneri e le responsabilità acquisite (vedi famiglia…) Oltretutto, il neo regista sceglie di far subire tutto ad una persona gentile come Riccardo, uomo con piena fiducia nella moglie, tanto da farlo passare con poca delicatezza per ingenuo (anche se Paradiso, visto il suo lessico non aulico già presente nei suoi testi, forse lo definirebbe con una parola tanto usata a Roma che inizia per “c” e finisce per “one”). Il lavoro, tutto sommato, fila leggero e coerente verso un finale che, per quanto scontato, risulta paradossalmente imprevedibile: l’epilogo pare ovvio, annunciato, tanto che lo spettatore ad un certo punto potrebbe pensare “Beh, allora sicuramente andrà in altro modo”. Cosa risponde il film? “No, tranquillo… è proprio come pensavi!”

Caratteristica particolare del film, che Paradiso ha già sperimentato nel videoclip del brano Non avere paura del 2019, è il coinvolgimento di volti noti. Da notare sia i camei di icone musicali (Gianni Morandi, Max Pezzali e Fiorella Mannoia) che curiose reminiscenze di ambito sportivo (simpatica l’apparizione di Cappioli e Rambaudi, ex calciatori di Roma e Lazio, riconoscibili probabilmente solo alle rispettive tifoserie della capitale). Sostanzialmente abbiamo imparato ormai a comprendere Tommaso Paradiso, dato che il metodo di lavoro cinematografico rispecchia in pieno le sue trovate musicali. Paradiso è uno scaltro personaggio dello spettacolo che ha capito bene le dinamiche e i gusti di un certo tipo (ampio) di pubblico. Farcisce i suoi lavori di citazioni pop e riferimenti nostalgici che la gente poi apprezzerà (dimenticando che già appartenevano a precedenti esemplari). Ed ecco, quindi, che sorge spontaneo un quesito: oltre a questo, Tommaso Paradiso cosa vuole raccontarci/cantarci di suo? Ciò che è in grado di dirci è esclusivamente questo? Può darsi e lo accetteremmo con rispetto in quanto legittimo, senza dimenticare però che non si è tutti “ingenui” come il povero Riccardo…

 

 

Alessandro Bonanni