Nato durante un amore difficile e un’epoca incerta, “Supereroi” fonde rock, rap ed elettronica in un brano denso di fragilità e consapevolezza. Selekim, alter ego oscuro di Mikeless, racconta la genesi del pezzo e il bisogno di dare voce al disagio della sua generazione.

Un caro saluto a te, Selekim. Il singolo “Supereroi” è frutto di un lampo di genio o di una lunga elaborazione?

Ciao a tutti, È un piacere essere qua con voi.

È nato dopo una storia andata male, durante un periodo molto ‘particolare’ come quello del covid.

È stato ‘necessario’ buttare Fuori.

C’è un verso del brano che vorresti portare all’attenzione del pubblico?

Sicuramente “siamo rimasti a bere il gin con l’acqua tonica, appollaiati sopra una bomba atomica”, come a dire che la mia generazione si è addormentata sugli allori, e non si rendeva conto di quello che succedeva al mondo, si è fatta sorprendere dagli eventi…

Quali emozioni prevalgono all’interno della canzone?

Appunto una presa di coscienza della realtà e un monito a stare ‘svegli’ , condito poi dalle parole rivolte ad un amore molto tormentato.

Da dove nasce la tua passione per la musica?

Da quando Ero piccolino e sentivo cantare mia madre Sabrina, le canzoni di mio nonno Umberto Lamberti che faceva l’autore per il liscio e l’orchestra Bagutti.

E quindi, mi è sempre piaciuto ‘giocare’ con la musica…è la mia più grande amica. Da sempre.


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