Dopo il successo di “Stay on These Roads”, gli Sviet Margot tornano con una nuova cover d’autore: questa volta tocca a “Dancing Queen” degli ABBA, rivisitata con eleganza e personalità. Non si tratta di un semplice omaggio, ma di una scelta artistica precisa: reinterpretare alcuni grandi classici senza stravolgerli, mantenendo un equilibrio tra fedeltà all’originale e cifra stilistica personale.
Abbiamo intervistato la band per approfondire il lavoro dietro questa versione, tra interplay creativo, strategie produttive e differenze tra studio e palco. A raccontarcelo sono Tiziana Giudici e Alessandro Galizi, cuore pulsante del progetto.
Avete lavorato a questa versione in modo spontaneo o è nata da un’idea precisa in studio?
Questa versione è nata da una strategia musicale che abbiamo scientemente deciso di adottare, ossia rifare a modo nostro, ma senza un totale stravolgimento, brani di artisti famosi da noi amati. Arrangiamento e interpretazione nascono poi dal nostro stile e dalla nostra sensibilità.
Quanto conta l’interplay tra i membri della band per arrivare a una versione definitiva?
Questo brano è stato suonato ed arrangiato interamente da Alessandro Galizi, le scelte di loop, synth e suoni sono stati fatti da me Tiziana Giudici, coì come l’idea dell’interpretazione e in alcuni casi della modifica della melodia. Abbiamo lavorato in due per dare maggiore uniformità al brano, ed accorciare anche i tempi di produzione. Il nostro obiettivo è quello di produrre 8/10 canzoni inclusi i videoclip in un anno a far data dai primi di febbraio quando è uscito il primo singolo del nostro nuovo lavoro “Stay on these roards”, per cui concentrazione ed ottimizzazione degli sforzi sono fondamentali.
C’è stato un momento in cui avete capito che questa cover funzionava davvero?
Si, abbiamo suonato ed arrangiato già quasi tutti i brani di questo nuovo progetto, e risentendoli tutti Dancing queen era in cima al nostro gradimento!!
Quanto è diverso preparare una cover rispetto a un brano originale vostro?
Direi molto diverso, perché arrangiamenti a parte e scrittura di parti diverse dall’originale, la melodia rimane più o meno la stessa, sicuramente mi manca la totale libertà di creare testo e melodia, quindi di esprimere in toto me stessa.
Come cambia il brano dal vivo rispetto alla versione in studio?
Direi molto, perché durante i live utilizziamo le basi e molti strumenti sono lì, ma la batteria, il basso e la chitarra sono live per cui daremo ai brani un accento in alcuni casi più grintoso.
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