L’ambizione di realizzare nell’esordio dietro la stimolante ma impegnativa macchina da presa nell’ambito del cinema di finzione un’opera a mosaico, con parecchi spicchi di vita sugli scudi, legati, sia in prassi sia in spirito, al senso d’appartenenza, per congiungere l’opportuna cognizione del reale, frammista ad alcuni zig-zag surreali, alla geografia emozionale, costituisce un’impresa troppo gravosa…