Pesaro, 27 marzo 2015
Pierino è un bambino coraggioso e vivace che conosce tre animali: un uccellino, un’anatra ed un gatto. Un giorno decide di cacciare un lupo malvagio che si aggira nei boschi, ma il nonno glielo impedisce perché é troppo pericoloso…
Inizia così Pierino e il lupo di Sergej Sergeevič Prokof’ev (Soncovka, 1891 – Mosca,1953), presentata dall’Orchestra Sinfonica Rossini, durante il terzo appuntamento di Sinfonica 3.0, la stagione concertistica organizzata in collaborazione con il Comune di Pesaro.
La serata ha unito prosa e musica in un mix di tradizione e modernità. Sul podio Daniele Giulio Moles (violinista e direttore di primo livello), mentre ad accompagnare gli spettatori in questo viaggio è stata la voce di Noris Borgogelli, direttore artistico e prima viola dell’OSR: bravo, spigliato e simpatico.
Pierino e il lupo fu scritta nel 1936, allorché Prokof’ev (ritornato da poco in Russia) ottenne – da parte del Teatro Centrale dei Bambini di Mosca- la commissione di un’opera musicale per l’infanzia, capace di avvicinare alla musica anche i più giovani.
Il Compositore accettò, incuriosito dal particolare incarico ed in soli quattro giorni completò il lavoro (testo incluso). Il debutto avvenne il 2 maggio 1936 ma l’esito fu infausto: scarso pubblico e poca attenzione. Mai avrebbe potuto prevedere l’enorme successo che avrebbe riscontrato in seguito, diventando un classico apprezzatissimo da adulti e bambini. La vicenda narrata è semplice ma coinvolgente: com’é noto, ogni personaggio della storia è rappresentato da uno strumento che interviene nella vicenda con un motivo caratteristico: Pierino (intera famiglia di archi); l’uccellino (flauto traverso); l’anatra (oboe); il gatto (clarinetto); il nonno (fagotto); il lupo (3 corni); i cacciatori (intera famiglia di legni) e lo sparo dei fucili (timpani).
Il programma è proseguito con Journey into Jazz, scritto da Gunther Shuller, una delle figure chiave della musica americana del Novecento (New York, 1925): una sorta di Pierino e il lupo con un narratore, un quintetto jazz ed un’orchestra, cercando di spiegare a giovani e bambini, attraverso la storia di Peter Parker (testo di Nat Hentoff), quello che questa musica é e rappresenta. Gustosissima la storia ed eccezionale il quintetto jazz che vede
Filiberto Palmerini al sax contralto, Marco Postacchini al sax tenore, Francesco Mancini al contrabbasso, Stefano Manoni alla batteria, oltre a
Fabrizio Bosso, alla tromba.
Bosso suona da sempre ed ha pubblicato 16 album. Diplomatosi al Conservatorio Verdi di Torino a soli 15 anni, ha completato i suoi studi al St. Mary’s College di Washington DC.E’ consacrato il miglior trombettista sulla scena grazie ad innumerevoli partecipazioni in formazioni di prestigio in moltissimi festival nazionali e internazionali.
Paola Cecchini
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