Il regista Gavin O’Connor, dirige The accountant 2, a distanza di quasi dieci anni dal primo capitolo. Torna in scena anche Ben Affleck, sempre nella parte del contabile affetto dalla sindrome di asperger e che adotta molteplici identità, anche se qui ne utilizza una soltanto: quella di Christian Wolff.

 Questi è ispirato non a caso al filosofo tedesco sostenitore dell’etica razionalista, spiegata con un metodo matematico, principi al protagonista tanto cari, poiché si identifica con personaggi aventi un approccio schematico all’esistenza.

The accountant 2 inizia in tempo reale, ovvero nove anni dopo gli accadimenti del capostipite, in cui il contabile aveva ritrovato suo fratello Braxton, incarnato da Jon Bernthal, freddo e spietato sicario a pagamento. Il rapporto tra loro non ha subìto sostanziali cambiamenti, poiché Christian, a causa della sindrome di asperger, percepisce i legami in maniera diversa. In questo secondo capitolo ci troviamo di fronte ad un caso che tocca direttamente la sfera personale di Marybeth Medina alias Cynthia Addai-Robinson, vice direttore dei crimini finanziari per il dipartimento del tesoro, che è  costretta a ricorrere alle straordinarie doti del brillante contabile affinché la aiuti a  sgominare una vasta rete criminale. Torna anche Bernthal che, nelle vesti di Braxton, viene contattato da suo fratello per unirsi a lui in questa nuova missione che li porta a scontrarsi con una malavita dai tanti volti. Tra crimini finanziari, traffico di esseri umani, migranti salvadoregni e un bambino autistico collegato ad una donna killer molto misteriosa conosciuta come Anais, portata in scena da Daniella Pineda.

Il film di Gavin O’Connor, aumenta il coefficiente di adrenalina puntando tutto su Affleck e Bernthal, i quali evocano suggestioni da crossover per Batman e Frank Castle, poiché il primo lo ricordiamo nelle vesti dell’uomo pipistrello in Batman V Superman – Dawn of justice di Zack Snyder e il secondo in quelle di the punisher nell’omonima serie televisiva. Il ruolo di giustizieri viene traslato in The accountant 2 in sequenze d’azione al quadrato, rispetto al precedente episodio che vedeva Braxton poco valorizzato. Il lungometraggio di O’Connor, è sicuramente migliore e più ricco, tanto che inserisce anche momenti di umorismo che alleggeriscono la tensione in un giusto mix, sebbene in alcuni momenti che mettono in risalto il rapporto tra i due fratelli si ha la sensazione che i tempi siano un po’ troppo dilatati. La sceneggiatura è opera del solito Bill Dubuque, che inserisce anche il tema della vendetta, alza il livello della tensione e alimenta il connubio tra Chris e Braxton ,i quali hanno una gran sinergia anche in situazioni che li vedono fianco a fianco in contesti ameni, come in un locale in stile western ove il contabile si esibisce in una danza country.

Gavin O’Connor, riesce ad emozionare nel raccontare il rapporto di due fratelli che si sono ritrovati, imparando a conoscersi lentamente, riducendo le distanze e mettendo in risalto le fragilità; per cui anche Braxton, grazie a Christian, scopre un lato di sé meno ruvido, e per questo si apre al desiderio di prendersi cura di un animale domestico. The accountant 2 è un film in cui  Ben Affleck e Jon Bernthal incrementano il coefficiente d’azione che gode di sequenze davvero spettacolari, ma questi due attori travolgenti riescono al tempo stesso ad andare ben oltre, poiché hanno creato empatia tra loro e attorno ai personaggi in  una sinergia coinvolgente, in grado di dare emozione anche attraverso una storia di vera fratellanza.


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