The Banana Splits Movie: lo splattacolo deve continuare!

Nel leggere il titolo The Banana Splits Movie sorge immediatamente spontaneo pensare che il lungometraggio diretto dalla canadese Danishka Esterhazy possa essere la trasposizione cinematografica della serie televisiva che, prodotta da William Hanna e Joseph Barbera e trasmessa per la prima volta alla fine degli anni Sessanta, mescolava live action e cartoni animati nell’inscenare le bizzarramente comiche imprese della rock band costituita dal cane antropomorfo Swingo, dal gorilla Bingo, dal leone Drooper e dall’elefante Snorky.

Perché la quasi ora e mezza di visione tira sì in ballo i quattro grotteschi animali parlanti rappresentati da altrettanto grotteschi costumi, ma mutandoli in feroci ammazza-umani quando, proprio durante la notte in cui alcuni “fortunati” spettatori hanno ottenuto il premio di poter trascorrere del tempo negli studi di registrazione del loro show, apprendono della sua imminente cancellazione dai palinsesti.

E, considerando che nella finzione del film il quartetto è costituito da soggetti animatronici finiti fuori controllo, potremmo tranquillamente parlare di uno dei tanti discendenti cinematografici de Il mondo dei robot diretto nel 1973 da Michael Crichton, sebbene risulti decisamente più plausibile un accostamento con il molto meno conosciuto Supermarket horror firmato tredici anni dopo dal trasher Jim Wynorski.

Però, a differenza di quei due casi, incentrati il primo sulla ribellione degli automi in un futuristico parco dei divertimenti e il secondo su robot addetti alla sicurezza di un grande centro commerciale impazziti e divenuti altamente pericolosi per un gruppo di giovinastri in vena di baldoria proprio nel posto, The Banana Splits Movie non sembra fissare il suo sguardo sulla tematica delle macchine che rischiano di sopraffare l’uomo, bensì lascia in un certo senso intuire una sorta di nostalgico grido di allarme nei confronti di uno show business che, all’insegna della filosofia “Lo spettacolo deve continuare”, non esita a rimpiazzare il divertimento più genuino e fanciullesco attraverso una sempre meno emozionante modernità dettata dal cinico e disilluso universo degli adulti.

Anche se, metafore e letture filo-sociologiche a parte, ciò che principalmente interessa alla Esterhazy è in maniera evidente mettere in piedi uno slasher movie capace di rispettare tutte le regole del filone, dallo spazio più o meno chiuso in cui far avvenire il massacro al campionario di non troppo simpatici personaggi – dalla coppia con smartphone perennemente alla mano al padre che cerca di imporre ad ogni costo la figlia nel mondo dello spettacolo – da eliminare in modo sempre più fantasioso.

Infatti, tra grossi lecca lecca conficcati nella bocca, una chiave utilizzata per squartare e un tizio segato in due parti con tanto di interiora visibili, non è davvero l’originalità negli omicidi ad apparire assente nel corso di The Banana Splits Movie; che, intuendo il potenziale inquietante di questi personaggi nati per essere indirizzati al pubblico dei bambini, pur non potendo contare su una regia memorabile ed esaltante svolge a dovere il proprio compito di intrattenere a suon di splatter velatamente intriso d’ironia l’appassionato del genere, sempre più stanco e narcotizzato da soporifere produzioni horror a base di case infestate, esorcismi e fenomeni paranormali incontrollabili assortiti.

 

 

Francesco Lomuscio