The Brink – Sull’orlo dell’abisso: intervista alla regista Alyson Klayman

Alison Klayman ha esordito alla regia con il  documentario Ai Weiwei: Never sorry, sull’artista e attivista cinese, presentato in anteprima al Sundance Film Festival del 2012, dove ha ottenuto un riconoscimento speciale da parte della giuria per il suo “spirito di sfida”. Il film è stato distribuito nei cinema di tutto il mondo ed è stato finalista agli Oscar. Tra gli altri suoi lavori precedenti ricordiamo The 100 years show sull’artista cubano-americana Carmen Herrera, il documentario originale di Netflix Take your pills e il prossimo cortometraggio in uscita Flower punk, sull’artista giapponese Azuma Makoto.

Dal 28 Aprile 2019 è nei cinema italiani The Brink – Sull’orlo dell’abisso, il suo documentario dedicato alla figura dello stratega Steve Bannon, l’uomo che ha fatto eleggere Donald Trump.

“Quando ho incontrato Bannon per la prima volta, il titolo provvisorio del progetto era Looking glass, perché mi sentivo come attraverso uno specchio, in un mondo in cui tutto ciò che pensavo rappresentasse il male era considerato bene e le cose che ritenevo essere positive riguardo il paese, invece, venivano sistematicamente distrutte. È stato sconvolgente vedere quante persone in giro per il mondo volessero essere fotografate con Steve Bannon. Ci siamo imbattuti in The Brink alla fine del progetto, quando stavamo cercando qualcosa che non fosse di sostegno a Bannon e non gli desse ancora maggiore risalto, ma qualcosa che appartenesse al suo mondo o al suo modo di parlare. Un giorno Bannon mi lesse una citazione dal libro di Abraham Lincoln che portava ovunque con sé, qualcosa che riguardava le ragioni per cui siamo sull’orlo (The Brink appunto) della distruzione. Era il titolo giusto, era maschile, militante, comunicava il film senza rappresentare un cliché o andare a parare troppo nel suo cosiddetto “populismo”. The Brink suggerisce molti significati, indica qualcuno che spinge tutto al limite e poi continua a andare avanti. Lui vive e prospera “sull’orlo”, al limite, e sembra che in questo momento su quell’orlo dell’abisso ci siamo anche tutti noi”.

Ha raccontato questo laKlayman a Roma, dove, in occasione della presentazione del film alla stampa, ci ha anche concesso una piccola intervista.

 

Dopo questo film, non hai paura ti sentirti come una Leni Refeistanl che ha fatto un film di propaganda ?

In realtà, tutti i giorni mi preoccupavo che non uscisse questa cosa, che non diventasse un film di propaganda. Per Steve Bannon io avevo un mantra quotidiano, ovvero quello di dire “Mi faccio sottovalutare da Lui, ma io non devo sottovalutare lui”. Lui pensava di sfruttare me, ma, in realtà, ero io che lo sfruttavo. Naturalmente, non era il mio intento fare propaganda a lui.

 

Ma lui ha capito che deve stare a dieta, altrimenti non arriverà a Settant’anni ?

Sì, è vero (ride)! Lui  è un ex alcolizzato,  conduce una vita sregolata e poco salutare. Ora non è più un alcolizzato, ma non conduce affatto una vita sana.

 

Si rende conto del fatto che con il suo film, in particolare nelle scene che riguardano la nostra Giorgia Meloni, leader di Fratelli D’Italia, rischia di averla messa in cattiva luce per le prossime elezioni europee, pur senza volerlo? Inoltre, dove possiamo trovare il video integrale dell’intervista con il giornalista inglese che dava della fascista alla Meloni, mentre Bannon ascoltava senza intervenire ?

Paul Lewis è il giornalista del The Guardian che ha realizzato l’ intervista, che può tranquillamente vedere su internet. Lì potete vedere tutto, io ho solo documentato quel particolare momento dell’intervista e l’ho inserito nel film (in realtà la scena all’interno film è del tutto inedita nel video pubblicato dal The Guardian e si integra in modo divertente. Sicuramente, non mette affatto in buona luce il giornalista inglese, che dimostra di conoscere poco del nostro paese, ma anche la stessa Meloni, nda).

The Brink - Sull'orlo dell'Abisso

 

Che idea ti sei fatta dopo questa esperienza con i viaggi, incontrando i politici coinvolti , visitando i vari paesi europei? Noi vediamo queste persone, questi politici che ricevono dei soldi o gli vengono offerti per perseguire politiche sovraniste, ma noi cittadini, che lavoriamo tutti i giorni e abbiamo un amico immigrato sotto casa, ma non vogliamo far venire altri immigrati, cosa dobbiamo pensare di questa missione di Bannon?

Capisco. Il film è dedicato ai miei nonni, sono sopravvissuti all’Olocausto e, dopo, mia madre si è trasferita negli Stati Uniti con loro dopo la guerra. Loro sono dei sopravvissuti, invece Bannon per me rappresenta tutto l’opposto di quello che può essere una politica favorevole all’immigrazione. In realtà, l’America ha un’anima. La cosa importante sarebbe trovare soluzioni umane ai problemi veri, cosa che Trump non fa. Un’ altra cosa che, invece, mi ha deluso tanto sono state le persone del suo entourage, con cui mi sono trovata spesso in aereo. Molti di loro hanno avuto nonni sopravvissuti all’Olocausto, come i miei, e la cosa peggiore è che non se ne rendevano proprio conto, pur trovandosi nella mia stessa situazione . Quindi, io condanno tutta loro ideologia, le idee crudeli e razziste tipiche del nazionalismo bianco. Anche per me è stato difficile stare lì ad ascoltare, ma sono rimasta perché doveva uscire tramite il mio film il loro vero sè, quello che erano davvero, e questo mi ha resa potente.

 

Ho incontrato personalmente Michael Moore e ho offerto a lui un bicchiere d’acqua come in una scena del suo film Fahrenheit 11/9, lo stesso che fingeva di bere Obama. La mia domanda è questa: visto che nessun presidente, perfino il tanto celebrato Obama, riesce a governare nel modo giusto e alla fine comandano sempre i soldi, quale è  secondo te la ricetta giusta per un buon governo?

Sì, ricordo la scena del film. C’è da dire che le persone devono votare, non si devono far scoraggiare da tutto questo. Se i politici sono dei commercianti, i cittadini devono diventare dei buoni consumatori che pretendono di più da chi offre loro un servizio. In America abbiamo visto nel film queste voci femminili della nuova sinistra, che rappresentano la giustizia democratica. Persone giovani che non solo propongono delle idee, ma che che vogliono che le idee si concretizzino nella vera politica,  anche nel quotidiano. Io spero che queste persone siano in grado di spingere in avanti, di fare questo passo per un vero cambiamento, in modo che ci saranno anche più elettori. Sono assolutamente d’accordo con quello che ha detto lei, che la politica è sempre condizionata dal denaro. Speriamo che negli Stati Uniti vi siano leggi che rendano sempre tutto più legale e trasparente.

A microfoni spenti, Alyson ci ha raccontato di come sia entusiasta di poter girare nel nostro paese presentando il suo film. Ma quando gli ho fatto notare che in un viaggio di quelli documentati con Bannon (quello dell’incontro con Giorgia Meloni) si trovava Venezia e gli ho chiesto un giudizio turistico sulla città, Alyson non ha avuto dubbi: “Venezia è bellissima, ma senza Bannon !”. Entrambi abbiamo concordato che potrebbe essere uno splendido titolo per la sua prossima opera.

 

Roberto Leofrigio