The Good Mothers: 5 donne sfidano la Ndrangheta

Le serie televisive rappresentano la modalità più immediata per arrivare al telespettatore, una visione variegata caratterizzata da un approccio che fa presa sul pubblico, sostituendolo al grande schermo. Tutti pazzi per le serie, si potrebbe affermare a gran voce senza esagerare. The Good Mother è una serie originale italiana targata Disney+ che sarà in concorso al Festival del cinema di Berlino, nella sezione “Berlinale series”.

Produzione e interpreti

The Good mothers è prodotta da Juliette Howell, Hariett Spencer e Tessa Ross per House Production e da Lorenzo Gangarossa e Mario Gianani per Wildside.

Per la 73 edizione del Festival del cinema di Berlino, è stata istituita per la prima volta la sezione “Berlinale Series”, la prima dedicata alla storia della serialità. Si evince pertanto, quanto la produzione abbia fortemente voluto questa storia come rappresentante di una categoria che diventa sempre più importante.

The Good Mothers, narra la storia di donne che hanno osato sfidare la Ndrangheta ed è interpretata da Valentina Bellè, Gaia Girace, Barbara Chicchiarelli, Simona di Stefano e Micaela Ramazzotti, nei ruoli principali, oltre a Francesco Colella e Andrea Dodero.

Gli attori

Micaela Ramazzotti, che interpreta il ruolo di Lea Garofalo, non ha bisogno di presentazioni, in quanto è una delle attrici più dotate della sua generazione. Vincitrice di 1 David di Donatello e 4 Nastri d’Argento e moglie di Paolo Virzì, tra i suoi ruoli più importanti si annoverano La pazza gioia e La prima cosa bella.

Gaia Girage, la piccola e talentuosa attrice diventata famosa grazie al suo ruolo nell’Amica geniale, interpreta Denise Cosco.

Barbara Chicchiarelli ha recitato in Suburra, la serie e Favolacce e interpreta il ruolo di Anna Colace, Valentina Bellè è giunta alla notorietà grazie ai suoi ruoli in I Medici, Catch-22 e Volevo fare la rockstar e nella serie interpreta il ruolo di Giuseppina Pesce.

Simona di Stefano è stata una delle interpreti del film Il traditore e qui interpreta il ruolo di Concetta Cacciola. Andrea Dodero, visto in Non Odiare, interpreta Carmine, mentre Francesco Colella, uno degli interpreti di Zero Zero Zero, fa la parte di Carlo Cosco.

La storia

L’opera si basa sul best seller del giornalista Alex Perry, tra l’altro premiato dalla Foreign Press Association ed è stata adattata per lo schermo da Stephen Buchard, nominato ai BAFTA, mentre la regia è affidata a Julian Harrold, anch’egli nominato ai BAFTA e agli Emmy per The Crown e Becoming Jane.

Come regista figura anche Elisa Amoruso che ha diretto tra l’altro, Chiara Ferragni: Unposted e Sirley. Nomi importanti e altisonanti per una serie che si preannuncia avvincente e pregna di significato.

La narrazione si incentra sulla storia vera di 3 donne cresciute all’interno di famiglie appartenenti alla Ndrangheta più feroce e crudele. Spinte dalla volontà di cambiare vita, decidono di collaborare con un magistrato donna che ha intenzione di distruggere il sistema mafioso dal suo interno. La lotta delle donne avviene dentro le loro stesse famiglie che dovranno combattere animatamente perché spinte dallo spirito di sopravvivenza non solo per loro ma anche e soprattutto per i figli.

Il coraggio di cambiare

La brillante e giovane Pm, Anna Colace, dopo l’omicidio di Lea Garofalo, ha un’intuizione geniale: quella di colpire la Ndrangheta attraverso le donne, le madri, le figlie da sempre relegate ad un ruolo marginale a causa del sistema patriarcale che vige all’interno dell’organizzazione criminale. I boss sono soliti opprimere e usare violenza per far prevalere l’ordine e non conoscono mezze misure.

L’indagine della coraggiosa Pm parte proprio dopo l’uccisione di Lea Garofalo, episodio che aveva scosso l’opinione pubblica a causa della sua crudeltà. La donna, infatti, aveva osato testimoniare contro il marito Carlo Cosco, in quanto decisa a cambiare vita con sua figlia Denise. L’indagine del magistrato la conduce in un mondo torbido e brutale dove viene a conoscenza delle storie di Concetta Cacciola e Giuseppina Pesce. Le due donne, molto diverse tra loro, sono accomunate dal desiderio di lasciarsi alle spalle quell’esistenza dura, soffocante e opprimente.

Un futuro migliore! È questo l’incipit di tutta la storia, un racconto corale con tante sfaccettature dove le donne sono le uniche protagoniste. Donne coraggiose e caparbie, ma nel contempo fragili, consapevoli che l’unico modo per garantire un futuro diverso ai propri figli è quello di denunciare a tutti i costi.