The Last Rave: quando la musica era un simbolo di libertà

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The Last Rave è un docufilm di Alessandro Ruggeri, prodotto dalla Sarastro Film di Andrea Scarcella e Andrea Pirri Ardizzone. Il film è stato girato nel corso di tre anni, fra Italia, Germania e Francia.

Partendo dalla Gran Bretagna dei primi anni Novanta, con uno sguardo sui club e sull’era cyberpunk, arrivando poi nell’Italia del primo decennio del nuovo millennio, The Last Rave osserva il fenomeno dei cosiddetti Free Party da differenti punti di vista: socio-politico, storico e persino antropologico, analizzando la sua affermazione in tutta Europa, senza però scordare anche gli aspetti negativi, come la dura repressione da parte degli apparati legislativi e l’abuso spesso incontrollato di droghe.

The Last Rave 1

Come? Da buon documentario, attraverso immagini di repertorio e interviste dirette ad alcuni dei protagonisti inedite del mondo dei rave. Un racconto che unisce le diverse esperienze, nonché le diverse generazioni, degli appartenenti a questo grande movimento giovanile, mostrando l’evoluzione di quella che si può considerare una delle ultime e più importanti espressioni artistiche e culturali spontanee del Novecento.

Il lavoro di Ruggeri risulta scorrevole, completo e montato in maniera da mantenere un ritmo partecipativo alto. Le interviste ai protagonisti sono alternate a momenti di approfondimento “didattico” grazie alla collaborazione del Prof. Massimo Canevacci, una delle firme italiane dell’Antropologia. Ciò crea delle rotture che danno la possibilità a chi guarda di crearsi degli spazi di autoriflessione capaci di imprimere funzionalmente le scene appena guardate e le ricostruzioni ascoltate.

The Last Rave 2

Da un punto di vista prettamente formale, pertanto, il prodotto è di grande valore, tuttavia, prendendo proprio spunto dalla disciplina appena nominata, se vuole essere “anche” un’etnografia veritiera e completa, probabilmente, lacuna di un punto di vista necessario, quello veramente “dal basso”, ossia del popolo dei rave party. Gli intervistati, infatti, sono tutti organizzatori, Dj, artisti e performer che hanno certamente plasmato, chi più, chi meno, il movimento, ma in The Last Rave non vi è nessuna traccia importante dei “semplici” fruitori. Un vero peccato per un documentario davvero brillante.

 

 

Dario Bettati