The room – La stanza del desiderio: un thriller da… camera

Secondo lungometraggio diretto dal francese Christian Volckman, autore nel 2006 del film d’animazione Renaissance, The room – La stanza del desiderio – disponibile su Sky Primafila, iTunes, CHILI, Google Play, Rakuten Tv, Infinity e Prime Video – pone al proprio centro una coppia di trentenni appena trasferitasi in una grande casa abbandonata da tempo.

Lei è la ex Bond girl Olga Kurylenko, mentre lui è il Kevin Janssens di Revenge, il quale, impegnato a ristrutturare l’abitazione, scopre una stanza segreta che è tutt’altro che normale come sembrerebbe.

Manifesta infatti il magico potere di materializzare tutto quello che si desidera, dai soldi ai gioielli, alle opere d’arte, con l’unica nota negativa relativa al fatto che ciò che crea sopravvive soltanto finché lo si tiene all’interno della casa.

E, man mano che viene osservato come “l’unica cosa più pericolosa di chi non può avere tutto quello che vuole è che può avere tutto quello che vuole”, a complicare le cose provvede il desiderio da parte della donna di ottenere il figlio che insieme al compagno non riesce a concepire.

Con la conseguenza che, dopo averci progressivamente addentrati nella nuova fantastica esistenza dei due protagonisti, la quasi ora e quaranta di visione, in evidente aria di moderna favola a tinte cupe riguardante l’avidità dell’essere umano e l’ordine naturale delle cose, comincia a sfiorare il filone dei ragazzini diabolici da grande schermo.

Ma siamo in ogni caso tutt’altro che dalle parti di Orphan o della saga Omen, in quanto The room – La stanza del desiderio non punta affatto a portare in scena l’ennesimo stermina-innocenti in miniatura, bensì mira a catturare progressivamente l’attenzione dello spettatore attraverso un impostazione quasi teatrale testimoniata dal quasi unico interno d’ambientazione in cui immergere Janssens e la Kurylenko.

Un interno decisamente diabolico, ma a proposito di cui la sceneggiatura a firma del regista stesso affiancato da Eric Forestier e Sabrina B. Karine decide di non fornire troppi indizi, sfruttandone però decisamente poco l’affascinante potenziale horror.

Se poi aggiungiamo che la lenta evoluzione della narrazione non riserva troppe sorprese e che i risvolti conclusivi non mancano di prevedibilità, è evidente che The room – La stanza del desiderio non rimanga altro che nell’ambito del guardabile thriller soprannaturale capace di stupire, al massimo, i profani del genere.

 

 

Francesco Lomuscio