The strangers – Prey at night: non riapritegli la porta

Regista nel 2008 di The strangers, praticamente rifacimento non dichiarato del gioiellino franco-rumeno Them, diretto due anni prima da David Moreau e Xavier Palud, Bryan Bertino non si trova più dietro la macchina da presa per questo sequel The strangers – Prey at night e lascia tutto nelle mani di Johannes Roberts, autore dei difficilmente digeribili Darkhunters e Forest of the damned, ma anche dell’apprezzabile esperimento “squalesco” 47 metri.

Fuori Liv Tyler e Scott Speedman, che nel primo film si trovarono assediati da misteriosi aggressori in una sperduta casa di vacanze di famiglia, al centro della oltre ora e venti di visione abbiamo Christina”Drive”Hendricks e Martin Henderson nei panni di due genitori che decidono di effettuare un viaggio in roulotte insieme ai figli adolescenti, in possesso delle fattezze di Bailee Madison e Lewis Pullman.

Un viaggio destinato a trasformarsi nel loro peggiore incubo dal momento in cui, giunti in un camping abbandonato, finiscono per essere presi di mira da tre individui mascherati e tutt’altro che mossi da intenzioni pacifiche.

Individui che non mancano di comparire dal fondo delle inquadrature in puro Halloween style e che, tra il ritrovamento di un cadavere mal ridotto e un sanguinoso sgozzamento, non si limitano a tormentare i quattro al chiuso, ma provvedono a dargli filo da torcere anche una volta usciti all’esterno.

Perché, sebbene la situazione iniziale catapulti inevitabilmente l’insieme nel cosiddetto filone dell’home invasion, di cui il citato capitolo precedente è stato uno dei massimi esempi e del quale si avvertono in questo caso più o meno vaghe influenze provenienti da Kristy di Oliver Blackburn e dalla saga La notte del giudizio di James DeMonaco, qui la lentezza narrativa d’avvio conduce in maniera progressiva nell’ambito dello slasher, con immancabile ed indispensabile distribuzione di uccisioni.

E, man mano che l’evoluzione del plot si fa sempre più interessante e coinvolgente, sono chiari omaggi a Christine – La macchina infernale di John Carpenter e Non aprite quella porta di Tobe Hooper posti nel corso della serratissima fase conclusiva ad arricchire ulteriormente un frullato di elementi noti ai fan del genere che, però, funziona discretamente e rischia di rivelarsi anche più godibile del suo predecessore.

Complice, di sicuro, una maggiore concessione alla spettacolarità che, tra l’altro, regala il momento migliore di The strangers – Prey at night nella sequenza dello scontro in piscina sulle note della sempreverde Total eclipse of the heart di Bonnie Tyler.

 

 

Francesco Lomuscio