They shall not grow old – Per sempre giovani: la Prima Guerra Mondiale di Peter Jackson 

Regista di tanti capolavori, universalmente conosciuto per la saga de Il Signore degli Anelli, Peter Jackson racconta attraverso They shall not grow old – Per sempre giovani la Prima Guerra Mondiale attraverso un lavoro che riporta in vita immagini sepolte negli archivi.

Il documentario, ripercorre la Prima Guerra Mondiale dalla parte dei soldati dell’Impero Britannico, partendo dal materiale di repertorio. Come il suo  Gandalf,  il cineasta neozelandese ha pensato bene di operare una “magia” cinematografica e, dopo i primi minuti in bianco nero in piccola immagine in 4:3, trasforma l’insieme in un film a colori a tutto schermo, trasportandoci nel cuore del conflitto bellico.

E ci mostra come non mai, in maniera vivida, gli scontri, i volti, i feriti e la morte sui campi di battaglia. Nel centenario della conclusione della guerra, che terminò l’11 Novembre, alle ore 11 del 1918, con un armistizio, Jackson ci porta dentro le storie dei soldati di Sua Maestà, uno dei quali fu proprio suo; infatti dichiara: Ogni film che faccio è personale nella misura in cui faccio sempre un film che vorrei vedere anch’io. Ma questo è personale in modo diverso, perché mio nonno ha combattuto nella Prima Guerra Mondiale. E quand’ero ragazzo la libreria di casa nostra era piena di libri sulla Grande Guerra, per cui si tratta di una cosa di cui mi sono interessato per tutta la vita.

Insieme al racconto vero di chi ha partecipato alla guerra, le immagini ci narrano le loro storie, dall’addestramento al divertimento spensierato, per poi arrivare alle trincee, ai gas, alla morte.

Jackson regala una incredibile esperienza visiva, sottolineata dai sopravvissuti che raccontano le loro semplici e tragiche storie. Sono tantissime le voci che ripercorrono dal primo all’ultimo minuto tutta la storia, e l’incredibile ricostruzione riesce a ridare una nuova vita ad immagini mute e in bianco e nero.

Un lavoro perfetto,  reso possibile anche dalle nuove tecnologie, che hanno  permesso al regista della Terra di mezzo di portarci dentro la terra di nessuno, dove giacciono cadaveri infestati dalle mosche o i soldati alle prese con i topi nelle trincee.

Ci vengono mostrati anche i soldati germanici, presi prigionieri e raccontati da chi li ha combattuti, che ne rispetta comunque la loro forza e il coraggio.

Notiamo come tutti volti, in particolare proprio quelli dei tedeschi, a volte sorridano e scherzino assieme. La guerra è finita per loro e, forse, sono contenti di stare nelle retrovie. Tra i testimoni vi è chi rimpiange quei momenti, eppure un milione di soldati inglesi hanno perso la vita nel conflitto.

A più di cento anni di distanza possiamo ammirare quella generazione perduta guardandone gli occhi, sorriso, la morte.

Oltre a ridare vita alle immagini, They shall not grow old – Per sempre giovani riesce a donargli uno strano effetto, una specie di aura, quasi avesse girato Jackson stesso quei filmati per un suo lungometraggio. Un degno omaggio a quei tanti giovani, dell’una e dell’altra parte, che hanno perso la vita in un conflitto assurdo.

 

 

Roberto Leofrigio