Thunderbolts* conclude magnificamente la quinta fase del Marvel Cinematic Universe ed è un grande inizio per quello che ci aspetta in futuro.

La Contessa Valentina Allegra de Fontaine (la bravissima Julia Luis-Dreyfus), ora direttrice della CIA, rischia l’impeachment per operazioni illegali e poco ortodosse che sembra aver commissionato al fine di risolvere a modo suo problemi riguardanti la sicurezza nazionale.

Deve eliminare ogni prova, compresi gli agenti speciali che le hanno compiute. Quindi invia ognuno di essi in una base con lo scopo di uccidere l’altro. Se non dovessero morire c’è un piano b per annientarli tutti. E lo scontro è magnifico, con fantastiche coreografie, ma le cose non vanno come sperato dalla contessa. Gli agenti non solo non si uccidono tra loro, ma collaborano e sopravvivono. In un mondo privo di Avengers, saranno l’unica speranza dell’umanità per sopravvivere ad uno dei cattivi più’ potenti del MCU. Nasce così un gruppo composto da personaggi per lo più secondarsi apparsi in varie serie e film dell’universo Marvel. Abbiamo infatti in Thunderbolts* la nuova Vedova Nera, Yelena Belova (Florence Pugh), l’ex Captain America John Walker (Wyatt Russell), Red Guardian (David Harbour), Taskmaster (Olga Kurylenko), Ghost (Hannah John-Kamen), Bucky Barnes (Sebastian Stan), colonna portante dell’universo Marvel, e, infine, un tizio in pigiama di nome Bob (Lewis Pullman).

(L-R) Bucky Barnes (Sebastian Stan), Ghost (Hannah John-Kamen), Yelena Belova (Florence Pugh), John Walker (Wyatt Russell), and Red Guardian/Alexei Shostakov (David Harbour) in Marvel Studios’ THUNDERBOLTS*. Photo courtesy of Marvel Studios. © 2024 MARVEL.

Al sevizio di un ottimo film diretto da Jake Schreier (bellissima la citazione a Oldboy, con Yelena che sconfigge una serie di avversari in inquadratura a scorrimento, stavolta dall’alto) su sceneggiatura di Eric Pearson e Joanna Calo e con splendida fotografia di Andrew Droz Palermo. Pazzesco, poi, il cast, con una grandissima alchimia in un’operazione che, al di là di combattimenti e degli inseguimenti spettacolari, individua la propria forza soprattutto nei personaggi. Donne e uomini distrutti, fragili, persi, depressi, insoddisfatti, traumatizzati dal loro passato, privi di un reale scopo, ben lontani dagli eroi tutti di un pezzo a cui siamo stati abituati sino ad oggi. Persone estremamente umane per le quali il conflitto non è solo all’esterno ma in loro stesse (e vi è una bellissima sequenza visionaria in cui restano intrappolati nelle stanze delle proprie vergogne).

Bob (Lewis Pullman) in Marvel Studios’ THUNDERBOLTS*. Photo courtesy of Marvel Studios. © 2024 MARVEL.

È proprio nella squadra, nella cooperazione che riescono a coprire il vuoto che le attanaglia. Thundrbolts*, nell’ambito del genere in cui rientra, è dunque un racconto sincero sull’umanità e la fragilità, e anche l’ironia presente in alcuni momenti è sempre funzionale e mai irrispettosa. Un ottimo passo avanti nella giusta direzione per il MCU ed è la prova che la perdita dei “pezzi grossi” non è un problema quando ci sono personaggi scritti e interpretati a dovere, in modo che empatizziamo al meglio con essi. Qui ci sono tutte le premesse per una rinascita del Marvel Cinematic Universe. Assolutamente da non perdere e da vedere al cinema.

Massimo Triggiani


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