Torino Ink Show 2016: horror, tattoo e musica per un pomeriggio di festa.

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Domenica 26 giugno 2016, al Whitemoon, in corso Sebastopoli 123: questo è il punto di arrivo per me, che mentre schivo un paio di pattuglie della municipale lungo la strada, cerco di districarmi tra una serie di sensi unici e divieti di transito, decisi da qualche ingegnere stradale che per me farebbe meglio ad andare a zappare la terra. Arrivo, parcheggio, e mi dirigo verso l’ingresso. Un veloce esame della security, ed entro in quello che è il trionfo di pelle nera, borchie, piercing e tatuaggi.



Mi guardo attorno, e vedo parecchi visi già conosciuti, appartenenti al mondo dark che oggi sta attraversando un momento di stallo, ma che ha tutte le capacità di risollevarsi.

Inizio a girare per la location, e a godermi una fiera che segna il conto alla rovescia per la grande fiera di settembre, la famosa Italian Tattoo Artists, a cui parteciperanno più di 300 professionisti del tatuaggio, che si terrà dal 16 al 18 settembre 2016 al Palavela di Torino.

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L’evento, ad ingresso gratuito, è organizzato da Max Pizzo: un vero e proprio spettacolo circense, di magia, performance, musica, arte e stupore, durante il quale più di 50 tatuatori si sono presentati e, sotto gli occhi di una giuria severa ed imparziale, hanno mostrato i loro lavori. La regola è una: niente tatuaggi sul posto, per le prevedibili ragioni di carattere sanitario, ma i lavori già conclusi vengono visionati e premiati in una vera e propria sfilata, il cui tema è l’horror. Un horror non pacchiano, ma al contrario, ricercato e sensuale: una vera e propria esibizione di stile e gusto, esaltata dalle esibizioni di ballo, bodypainting, magia e coreografia.

Il Maestro della Cerimonia è Andrea Rock, direttamente da Virgin Radio, che commenta tutto l’evento in diretta, accompagnato dai pesi massimi della scena dei dj torinesi: alla console dominano infatti Turi Megazeppa e NeroArgento, assieme a Vanille Bon Bon, responsabile di regia e performance.

Lo show di magia è un concentrato di orrore ed illusione a cura di David Magic, contraltare perfetto alle coreografie acrobatiche della prestigiosa scuola Vertigimn Torino, allo spettacolo poledance di Erika Mezzavilla, al balletto dei Black Fedora ispirato alla famiglia Addams, al tributo a Michael Jackson del Macumba Team Dance, ed alle esibizioni di Alessio Ferrero, di ritorno dal Giappone, con la sua elettronica live; del clown Paolo Casanova e dell’Horror Circus creato dal figlio di Charlie Chaplin.

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Lo spettacolo prosegue, con la dimostrazione di bodypainting a cura di Nerodivenere, le sculture biomeccaniche di Tana di Milano, ed una curatissima animazione a tema zombie, truccati in maniera superba.

Fuori dal palazzetto, tra gli stand, si aggirano le imponenti sagome di un noto gruppo di biker… gli Hell’s Angels, il più famoso del mondo. Mi viene detto di non fare nomi e di chiedere prima di fotografarli, ma me lo concedono senza problemi.

Scambio due parole con loro, che trovo gentili e tranquilli, ben lontani dallo stereotipo del biker rissoso e delinquente, perennemente ubriaco o in libertà vigilata, a cui troppa stampa disinformata o di parte ci ha malamente abituati. Verso le 19.30 si inizia a smontare tutto, per fare spazio alla serata del Whitemoon, un appuntamento che conta ormai 16 anni di attività.

E’ stato un pomeriggio intenso, all’insegna di quella che viene definita “trasgressione” dalle persone cosiddette “normali”. Un pomeriggio che è stato, tra l’altro, dedicato ad Angelo Piovano, conosciuto come l’uomo più tatuato al mondo, che compie la bellezza di 80 anni, magnificamente portati.

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Ed è proprio qua che inizia la mia solita seconda parte, quella che definisco “di riflessione”.

Questa è stata la fiera del tatuaggio: un segno sul corpo, indelebile e personale, che tanti scelgono per varie ragioni. Parte tutto dal discorso con due ragazze, magnificamente tatuate, a cui chiedo il significato di quei disegni. Sorridono, ed iniziano a spiegarmi tutto o quasi: di ogni singolo tatuaggio la storia, il motivo, il significato, la posizione ed il rapporto coi tatuaggi vicini.

Gli stili sono molto diversi, dall’una all’altra, ma in comune c’è una cosa: non sono i risultati di una moda o di una vanità superficiale. Sono segni personali, fregi equivalenti ai nastrini su un’uniforme, che simboleggiano allo stesso modo le varie guerre personali combattute nell’arco della vita da queste ragazze. Il colpo d’occhio, già di per sé fenomenale, assume un significato molto diverso, dopo queste spiegazioni: quello dato dalla reale motivazione a rendere il proprio corpo un’opera d’arte, scaturita da un desiderio sincero, da una volontà profonda e ponderata, e da una storia unica.

L’esatto opposto di una semplice volgarizzazione, effetto della mancanza di valori e cultura di oggi.

Non starò qua a disquisire sui motivi per cui una persona decide di tatuarsi: sono tanti, dalla più semplice moda od imitazione di personaggi famosi, fino a ragioni molto più profonde e personali, a volte tragiche, a volte talmente intime da non poter nemmeno essere banalizzate raccontandole.

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Tanti tatuaggi sono una banale voglia di cui uno si stanca troppo tardi; altri raccontano una storia, un passaggio esistenziale, un momento cardine di un’esistenza.

Altri sono dei simboli di appartenenza: ad una squadra, ad un gruppo, ad una tribù, ad una mafia.

Altri ancora sono dei veri e propri paramenti rituali, dei sigilli esoterici, il cui scopo è di donare protezione, forza o potere a chi li porta, che vanno da un semplice disegno nascosto fino a coprire tutto il corpo. Il tatuaggio è appunto questo: la dichiarazione di ciò che siamo.

Una dichiarazione immediata, ma criptica, scritta in un linguaggio che pochi sanno realmente capire e decifrare. Dichiarazione che quindi deve essere conforme a noi, al nostro modo di porci col mondo, al nostro tono di voce od alle nostre movenze, e che ha il potere di confermare o smentire ciò che vogliamo comunicare. Una dichiarazione di una potenza mostruosa, al pari di un sigillo.

Ogni simbolo, tradizionalmente, ha la sua posizione e dimensione esatta, anche in funzione di altri. A seconda del loro rapporto di posizione e dimensione, si crea una vera e propria traccia logica, una specie di messaggio occulto costruito di geometrie, parificabile a quello del simbolismo esoterico.

Ogni simbolo vive e si esprime solo all’interno del suo contesto, ed ogni cambiamento ne modifica il significato e il senso, fino a snaturarlo totalmente, o a renderlo qualcosa di unico e personale.

Ogni simbolo ed ogni disegno diventano dei veri e propri aforismi, frasi o capitoli di una storia che la persona si porta addosso, trasformata in una forma visiva ben precisa, con il suo significato ed il suo messaggio. Una storia che racconta anche la personalità e l’intelligenza del suo protagonista.

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Oggi, con la larga diffusione del tatuaggio, e l’apertura di tanti studi anche di poco valore, si è persa gran parte del suo significato, della sua cultura e soprattutto della sua ragion d’essere.

Troppo spesso ci si disegna sulla pelle qualcosa che non vuole dire nulla, solo perchè è “figo”, col risultato di aver banalizzato una forma di arte, di simbolismo e di cultura profondissima, ancestrale e di un potere, addirittura a livello magico, così sottile e grande da essere, spesso, incontrollabile.

Una volta un tatuaggio indicava ad esempio una posizione sociale all’interno di un clan tribale, che assicurava obblighi e privilegi ben definiti. E si notano, ogni tanto, alcune persone con segni molto particolari ed a volte inquietanti, che a prima vista sembrano solo roba da metallari, ma che ad uno sguardo più attento si rivelano essere vere e proprie protezioni od armi, a livello esoterico e rituale.

Questo porta anche a degli spiacevoli effetti collaterali: quante volte si è sentito un amico dire “che strano, da quando mi sono tatuato questo ho una sfiga nera…”?

Ma dai? Chissà perchè… Forse non avresti dovuto tatuarti proprio quel particolare simbolo in quella posizione e hai smosso, o peggio, evocato qualcosa di sbagliato. Ora divertiti, a togliertelo di dosso.

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Oggi, invece, il tatuaggio indica troppo spesso il nulla commerciale: le spiagge estive sono strapiene di persone tatuate, di “signor/a Nessuno” che sfoggiano orgogliose solo quella che è una forma di ignoranza, un tristissimo limite personale. Un limite creato ed imposto dalla globalizzazione, e che è il triste riflesso di una mancanza di rispetto verso se stessi, verso le proprie tradizioni e le propria cultura. Oggi la totale ignoranza imposta dalla globalizzazione, secondo me il peggior male al mondo dopo l’ignoranza stessa, porta a tatuarsi cose che avrebbero un significato ben preciso, e che invece vengono scelte solo in base a mode o canoni estetici del tutto aleatori, da un catalogo di mode e luoghi comuni, diventando di nuovo, come sempre, omologati ed allineati ad una moda.

Una moda contro la quale i tatuatori spesso combattono, per difendere una cultura ed una tradizione il cui significato non deve andare perso, e non deve essere commercializzato banalizzandolo.

Una cultura ed una tradizione che ho visto ben presenti, invece, sui corpi di tutte quelle persone dell’Ink Show, e di quelle ragazze che mi hanno descritto ciò che i loro corpi raccontano.

Kurtz Rommel registered G.N.S. reporter