Trent’anni fa approdava in Italia Darkman, giustiziere dai mille volti creato da Sam Raimi

Se il 24 Agosto del 1990 venne trasmesso in prima tv italiana La casa 2, è curioso constatare come, lo stesso identico giorno, approdò nelle sale cinematografiche americane un altro successo del regista Sam Raimi: Darkman.

Sceneggiato da Sam insieme al fratello Ivan, Chuck Pfarrer, Daniel e Joshua Goldin, il film venne proposto alla Universal Pictures, che, dopo due anni di indecisione, decise di finanziare il progetto con quattordici milioni di dollari per ritrovarsi, cinque mesi dopo l’uscita, con un incasso di oltre trentatre milioni. La giusta ricompensa per un grande genio, la cui strada iniziò finalmente a divenire in discesa grazie a questa magnifica pellicola giunta nei cinema italiani il 16 Gennaio 1991, esattamente trent’anni fa.

Ispirato ai supereroi popolari dei fumetti dark degli anni Trenta quali Doc Savage e The Shadow, Darkman è un personaggio tormentato e tormentoso, in cerca di vendetta e sostanzialmente incapace di redenzione, una creatura sorta dalle tenebre della ragione, che solo nelle medesime può prosperare e vivere. La sua storia è un raffinato cocktail di horror, tragedia, azione, romanticismo e humour, messo in scena in uno stile visuale che rende al meglio i legami con i fumetti.

Il regista e creatore sfoggia abilmente tutta l’esperienza maturata fino a quel momento, realizzando inquadrature vertiginose, sequenze impossibili, invenzioni visive e salti improvvisi dal dramma all’ironia, dal thriller al sentimentale. I nostalgici vi troveranno tanti riferimenti a noti film del passato, respirando atmosfere e rivivendo situazioni che rimandano a Il fantasma dell’opera, Il gobbo di Notre Dame, The elephant man e L’abominevole Dr. Phibes; oltre al fatto che la storia del desiderio di vendetta per i torti subiti è sfruttata fin dai tempi de Il conte di Montecristo di Alexandre Dumas.

Il dottor Peyton Westlake alias Darkman (Liam Neeson), come i protagonisti dei film citati, è un personaggio mostruoso e disperato che suscita profonda compassione. Sfigurato nel volto e distrutto nell’anima da una feroce banda di killer capitanata da un boss della malavita locale dalle tendenze sadiche, Robert G. Durant (Larry Drake), cerca vendetta nascondendo la propria identità dietro a sofisticate maschere da lui progettate. L’eroe solitario ottiene sì la sua riscossa, ma si rende ben presto conto di non poter più rientrare nei ranghi della società civile e sposare la donna amata (Frances McDormand), convincendosi invece che la sua futura esistenza debba essere relegata negli angusti spazi delle tenebre della notte.

Molto intensa e toccante, la performance di Neeson, che riesce a mettere in scena il dramma del suo sfortunato personaggio e che recita quasi sempre coperto da bende e trucco, perfetto nel ruolo anche per la voce forte e decisa e per il fisico imponente ma senza esagerazione.

Il film, nato dall’idea di Raimi di creare un uomo che può cambiare faccia fino ad assumere qualsiasi identità, di identità nascoste ne usa diverse, facendo comparire con camei non accreditati vari amici del regista: Bruce Campbell, che avrebbe dovuto interpretare il protagonista, entra in scena proprio sul finale.

Inizialmente il regista aveva sperato di inserire il suo vecchio amico ed eroe de La casa nel ruolo del dottor Peyton Westlake, ma l’idea è stata bocciata dalla Universal, che ha insistito per un attore dai requisiti più consoni alla parte. Tuttavia, grazie all’espediente centrale che Darkman può travestirsi da chiunque, Campbell compare in una breve sequenza nella ripresa finale del film.

Ivan Raimi e John Landis sono dui medici nel reparto grandi ustionati; mentre Ethan e Joel Coen compaiono come passeggero e autista della Oldsmobile Delta 88 (automobile usata in altre opere raimiane, dalla saga de La casaDrag me to hell, passando per I due criminali più pazzi del mondo e Spider-Man).

Inoltre, considerato il successo che il film ha decretato al personaggio, la Marvel ha iniziato a pubblicare nel 1990 una serie di fumetti; mentre Raimi ricoprì tra il 1995 e il 1996 il ruolo di produttore esecutivo in due sequel del film girati da Bradford May per il mercato home video: Darkman II – Il ritorno di Durant e Darkman III – Darkman morirai. Entrambi i lungometraggi sostituiscono Neeson con l’Arnold Vosloo di Senza tregua e del successivo La mummia.

 

Daniela Asmundo