True mothers: uno sguardo giapponese sulla maternità

Passato sugli schermi del festival di Cannes e della Festa del Cinema di Roma, nel 2021,True mothers (titolo originale Asa ga kuru) vede alla regia la giapponese Naomi Kawase, che già in passato ha ricevuto molti premi e riconoscimenti.

Il film racconta la storia di una coppia sposata che, incapace di avere figli, che si affida all’adozione.

Una scelta che farà incrociare la strada dei due con quella di una giovane madre costretta a consegnare il suo neonato ad una casa per l’affido familiare. Due vicende di madri e di donne, dunque, che si mescolano perfettamente, raccontate da un’altra donna dietro la macchina da presa.

True mothers è senza dubbio un film per l’affermazione della regista, che rende appieno un racconto in fotogrammi dalla struttura classica e, evitando il  melodramma, ci regala una narrazione in grado di restituirci i volti di queste donne.

Inutile effettuare paragoni con altri cineasti giapponesi famosi anche nel nostro paese, come, ad esempio, Kore-eda e le sue storie familiari, in quanto le differenze sono numerose.

Naomi Kawase sfrutta alla grande le due figure femminili protagoniste, Hiromi Nagasaku nel ruolo di Satoko e Aju Makita in quello di Hikari, e lascia sullo sfondo i personaggi maschili.

Del resto, la maternità è, da sempre, dominio femminile. E, con l’alternarsi delle due citate donne, ci conduce all’interno di una storia tempestata di primi piani per mostrarci i rapporti tra madre e figlia, insieme a tanti dettagli intimi che la sensibilità femminile riesce a cogliere.

In modo che, con inclusi flashback delle vite delle due, si porti anche lo spettatore a comprendere il complesso sistema di adozione giapponese, che sicuramente scoraggia (se non spaventa) a causa della sua perversa complessità.

Come da tradizione nipponica, un lungometraggio della durata di oltre due ore che, però, non deve per questo spaventare (come nel caso del recente vincitore del Golden Globe Drive my car, addirittura ancor più dilatato), in quanto proprio grazie all’esteso minutaggio riesce ad esprimere al meglio le vicissitudini portate sullo schermo.

Insomma, True mothers è un lungometraggio atto a trasmettere una storia di formazione dedicata a madri e figlie e che, grazie alla capacità di non risultare noioso, non lascia affatto delusi.

 

 

Roberto Leofrigio