Un gatto nel cervello- Il delirio psicologico di Lucio Fulci

Uno degli ultimi film di Lucio Fulci, ”Un gatto nel cervello” si rivelò essere una vera turba psichica. Una lotta tra la fantasia e la realtà.

Lucio Fulci, dopo aver girato una truce scena di un suo film, comincia ad avere delle allucinazioni pesanti. Egli è tormentato da incubi, incubi in cui compaiono le scene dei film che gira, ossessionato proprio da questi ultimi. Fulci decide di incontrare uno psichiatra per una prima visita, dove gli racconta il suo grave disturbo psicotico. Lo psichiatra lo ipnotizza. Al suo risveglio, Fulci avrà allucinazioni ma al posto di vedere sé stesso nei panni del carnefice, vedrà proprio il suo psichiatra. Dopo la seduta, comincia ad avere visioni di gente terribilmente ammazzata, per poi scoprire che, nella maggior parte dei casi, quelle vittime vengono realmente uccise.

Un gatto nel cervello
Lucio Fulci nei panni di sé stesso.

Un viaggio nella mente umana

”Un gatto nel cervello” è un film che allo stesso tempo, è da considerare un lavoro che racchiude altri lavori. Egli, infatti, contiene scene di vari film del regista e della serie ”Lucio Fulci Presenta”, tra cui ”Il fantasma di Sodoma”, ”Quando Alice ruppe lo specchio”, ”Non aver paura della zia Marta”, ”Bloody Psycho”, ”Massacre” e ”Luna di sangue”.

Filmone splatter, è un’opera in continuo cliffhanger, dove il colpo di scena è un punto saliente e ricorrente per la vicenda. ”Un gatto nel cervello” è un film bizzarro, dove il livello del grottesco è al suo massimo.

Qui non è presente la poesia spietata, il lato spirituale, l’horror puro, bensì un gioco di delirio psicologico a tratti meramente splatterosi. Ci troviamo di fronte a un’opera del tutto amatoriale, un’opera che osa e sa come osare. Il regista è stato in grado di tentare vari approcci al cinema e in questa pellicola ne dà prova, mettendosi in gioco anche nel ruolo di attore protagonista. Mettendo in risalto una paura che potrebbe colpire chiunque: facendo luce su un terrore dell’inconscio martellante. Questo ricorda vagamente la medesima paura provata  da Dario Argento, il quale asserì di aver paura di guardarsi allo specchio.

Corpo mutilato da una motosega, carne umana macinata, un’inquietante e sadica scena in cui un gatto mangia un cervello. Qui abbiamo di tutto. Ed è lo stesso gatto, che si nutre così del cervello di Lucio Fulci, mentre lo mastica e lo fa pezzi. Il cervello simbolicamente martoriato, sconnesso, deviato. E’ come un burattinaio che gioca coi suoi burattini: una manipolazione mentale.

Non considerato un lavoro sufficiente da molti, ”Un gatto nel cervello” divide ancora oggi il pubblico.

Per quanto amatoriale sia, per quanto buffo e astruso possa presentarsi, l’opera è un accumulo di pura follia. Un’avventura positiva per ogni amante del weird e dello splatter.

Un continuo, sadico e violento, delirium.

Una disturbante scena del film.