Se è vero che “non è tutto oro quello che luccica”, il regista Denis Ramaglia (Azzurro; Marcello Marcello) porta sul grande schermo una storia di fraintendimenti e falsificazione della realtà con Un nemico che ti vuole bene.
Ispirato ad una stotia vera raccontata dal cineasta polacco Krzysztof Zanussi al regista, il film si avvale di una cast noto al grande pubblico: da Diego Abatantuono ad Antonio Folletto (serie tv Gomorra e Braccialetti rossi), da Sandra Milo a Roberto Ciufoli e Massimo Ghini.
In una notte tempestosa il tranquillo professore di astrofisica Enzo Stefanelli (Abatantuono) si ritrova a soccorre un giovane ferito da arma da fuoco. Per riconoscenza, il giovane, che è un killer professionista, è pronto a uccidere gratuitamente quello che Enzo considera il suo peggior nemico. Inizialmente, il professore non sembra interessato, dato che vanta una vita agiata, un buon lavoro all’università, una bella moglie, un’affiatata famiglia allargata, un fratello spumeggiante e un’anziana madre naïf. Quando, però, il giovane killer lo spinge a guardarsi meglio intorno, scopre un’amara verità.
Se l’incipit del film è sicuramente originale e interessante, il lungometraggio pecca, però, nello svolgimento. Così, se le premesse iniziali creano aspettative interessanti, lo sviluppo narrativo sembra subire un arresto, per poi perdersi in situazioni lacunose e forzate.
Infine, l’epilogo melenso e buonista stride con una trama che poteva aspirare a molto altro, sia in termini di cattiveria che di spregiudicatezza.
La stessa accoppiata di protagonisti poco si amalgama, creando un certo disequilibrio: da un lato c’è il sempre bravo ma qui sottotono e smorzato Diego Abatantuono, dall’altro il giovane esuberante Antonio Folletto.
Dietro la patina di perbenismo della classe borghese si nascondono profonde nefandezze ed efferate malvagità.
Questa è la triste realtà che Un nemico che ti vuole bene ha il pregio di fotografare, ma, pur presentandosi interessante, avrebbe potuto aspirare ad ottimi risultati se avesse osato maggiormente.
Anastasia Mazzia
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