UN TUFFO NE… LE QUATTRO STAGIONI: IL CONCERTO DI MASSIMO QUARTA

Il canto degli uccelli, le foglie fruscianti del bosco, il riposo del pastore con il suo cane, un prato di viole profumate, gli improvvisi e bruschi temporali estivi… Ed ancora il clima trasognato e sereno della vendemmia, i ritmi concitati della caccia, i venti gelidi  e la pioggia che cade lenta sul terreno ghiacciato: tutto questo e tanto altro è apparso davanti agli occhi del pubblico del Rossini  ascoltando le note de “Le quattro stagioni” di Antonio Vivaldi, di cui il violinista Massimo Quarta è stato un sopraffino ed intrigante interprete.

Ciò é avvenuto nel corso del 3° appuntamento della stagione Sinfonica 3.0, organizzata dall’Orchestra Sinfonica Rossini (unitamente al Comune di Pesaro), giunta quest’anno alla terza edizione.

Vivaldi e Quarta rappresentano uno dei binomi ormai paradigmatici del mondo musicale:  il celebre violinista salentino  (nato a Bournemouth 1965), infatti, ha impresso la propria forte caratterizzazione all’interpretazione delle Stagioni tanto che Delos ne ha editato un’incisione bellissima e tantissimi teatri hanno inserito questo binomio nel proprio cartellone principale.

Antonio Lucio Vivaldi (Venezia,1678-Vienna,1741) prese gli ordini a venticinque anni, più per convenienza sociale che vera vocazione. Non fu di certo un sacerdote esemplare, tanto che  la qualifica di “prete rosso” non gli derivò soltanto dal colore dei suoi capelli. Considerato il più influente e originale musicista italiano della sua epoca, fu uno dei più grandi compositori di musica barocca.

Assieme a L’estro armonico (raccolta di dodici concerti pubblicati ad Amsterdam nel 1711, con dedica a Ferdinando de’Medici), Le quattro stagioni rappresentano la sua più famosa composizione. Si tratta dei primi quattro concerti per violino de Il cimento dell’armonia e dell’inventione, op. 8, (anch’essa composta da 12 concerti) pubblicati dall’editore Michel-Charles Le Cène nella capitale olandese nel 1725. Ciascun concerto si divide in tre movimenti, dei quali due (il primo e il terzo) sono in tempo di Allegro o Presto, mentre l’intermedio è in tempo di Adagio o Largo, secondo uno schema che Vivaldi adottava abitualmente.

Le quattro stagioni rappresentano  un tipico esempio di musica a programma, cioè di composizioni a carattere prettamente descrittivo: l’Inverno è dipinto  a tinte scure e tetre, mentre l’Estate evoca l’oppressione del caldo, o una tempesta nel suo ultimo movimento. Le musiche dell’opera sono accompagnate da altrettanti sonetti descrittivi,  opera di un poeta anonimo o forse del Compositore stesso.

Nella seconda parte della serata, Quarta ha diretto l’Orchestra in due composizioni che possono essere considerate per diverse motivazioni altamente evocative e quindi associabili al descrittivismo di Vivaldi: una Serenata per archi (in mi minore Op.20) del compositore inglese Edward Elgar (Broadheath, 1857- Worcester, 1934) e un Divertimento (sul nome Haydn) costruita sulle note ricavate dalle lettere del nome di Haydn e dal loro significato musicale, scritta da Roberto Molinelli, compositore residente, nato ad Ancona, nel 1963.

Quarta suona un violino G.B. Guadagnini del 1765. E’ considerato uno dei valenti violinisti della sua generazione: é l’unico italiano ad aver vinto (1991) il 1° premio al Concorso internazionale di violino “N.Paganini”, dopo Salvatore Accardo (uno dei suoi maestri, assieme a  Abram Shtern e Pavel Vernikov) che ne era risultato vincitore nel 1958. Da allora si esibisce in rinomate sale da concerto quali la Philharmonie di Berlino, la Salle Pleyel e il Théâtre du Châtelet di Parigi, il Metropolitan Art Space di Tokyo. Si dedica inoltre alla direzione d’orchestra ed è docente presso il Conservatorio di Lugano. Il pubblico ha avuto modo di ascoltarlo diverse volte tra cui il 6 febbraio scorso, allorché ha interpretato Beethoven (Concerto per violino e orchestra e V Sinfonia). La sera del Capodanno 2014  ha  presentato invece il “binomio Rossini-Paganini”, interpretando “I Palpiti” (variazioni sul tema: “Di tanti palpiti, di tante pene” dal “Tancredi” di Rossini) e “Sonata a preghiera sulla sola quarta corda” (variazioni sul tema: “Dal tuo stellato soglio” dal  “Mosè in Egitto”).

Parte del ricavato del concerto é stato devoluto all’ultimazione della casa di prima accoglienza per famiglie senza tetto denominata Casa Lions Tabanelli  che il Lions club Pesaro-della Rovere sta costruendo nei pressi dell’Adriatic Arena a Pesaro.

Paola Cecchini