Vaniggio – Solo un sogno

  • Nel corso degli anni Ivan Griggio, in arte VANIGGIO, ha avuto molte esperienze musicali, anche di spessore e con importanti collaborazioni. Dal 2019 ufficialmente hai iniziato il tuo progetto solista con l’album “Solo un sogno” (anche se precedentemente hai pubblicato un paio di singoli). Cosa cambia rispetto al passato?

 Rispetto al passato ho cambiato la mia scala delle priorità, dando precedenza ai miei progetti. La vita è breve e mi sono posto la domanda se quello che avevo fatto fino ad allora fosse realmente ciò che volevo, la risposta è arrivata con questo nuovo lavoro.

 

  • Il titolo dell’album “SOLO UN SOGNO” ha un sapore quasi onirico, poi invece, ascoltando l’intera opera, risulta un lavoro diretto e senza mezzi termini…

 Ho voluto che il titolo lasciasse un velo di mistero, i sogni sono estremamente personali, solo chi li “vive” può sapere quali emozioni e sensazioni si provano in quei pochi istanti. Ascoltando il disco invece si viene scaraventati nella realtà di questa vita.

 

  • Tu sei svizzero, ticinese per l’esattezza, anche se davvero a un tiro di schioppo dall’Italia. I tuoi brani sono più influenzati dal modo di vivere svizzero o italiano?

 Sono nato in Svizzera, da madre Siciliana e padre Veneto. Sono cresciuto con la cultura Svizzera e con quella Italiana e vivo la cosa nel modo più naturale possibile. In Ticino la musica Italiana è seguitissima e per forza di cosa ha influenzato la mia vita, ma se proprio dobbiamo dirla tutta, ho un gruppo Svizzero che si è saldato nel mio cuore… i Coroner, grandiosa band di speed Metal.

 

  • Nove tracce inedite di rock italiano che ti fanno ritagliare un ruolo musicale tutto tuo e secondo noi senza scopiazzamenti; anche se la tua voce roca e il tuo rock (quindi potremmo definirla voce rocka) porterebbero un qualsiasi ascoltatore medio ad associarti a qualche grande della musica italiana…

 Essere associato ai grandi del rock Italiano è uno dei più bei complimenti che potete farmi, ma vi assicuro che il mio modo di cantare non è dettato dal voler copiare uno o l’altro artista, sono semplicemente io e la mia voce, è l’unico modo di cantare che conosco.

 

  • I brani sono a se stanti o fanno parte di un filo logico unico?

 Ho cominciato a scrivere i brani dopo alcune vicissitudini di quel periodo e man mano che il lavoro procedeva le cose che mi capitavano mi  hanno portarono a comporre dei brani che per lo più parlano della mia vita. Diciamo che il filo logico sta in tutto ciò.

 

  • Nel disco non ci sono duetti. Se potessi scegliere un qualsiasi artista per duettare in una canzone del tuo album, per quale artista e quale brano opteresti?

 Mi sarebbe piaciuto duettare con “Caparezza” in “Favole”, avrebbe dato un tocco di ironia in più.

 

  • Il brano più intenso è proprio la title track “Solo un sogno”, sembra una storia realmente vissuta. I pezzi dell’album sono vissuti o immaginati?

 Come detto, per lo più sono storie di vita vissuta, in questo lavoro ho voluto mettere tutto me stesso ed esprimere quello che avevo dentro.

 

  • Qual è o quali sono i brani a cui tieni di più nel tuo album, o quale brano ti rappresenta meglio?

 Sai, più ascolto quello che ho fatto e più lo suono, mi rendo conto che tutti i brani hanno una parte di me che, mi piace e che non mi piace. Alla fine mi rappresentano tutti, perché questo è “Vaniggio”

 

  • L’album “Solo un sogno” ascoltato e riascoltato, scorre piacevolmente e si nota la qualità della registrazione, merito sicuramente anche del tuo staff. Chi è che hai al tuo fianco quando componi?

 Per quanto riguarda la fase di composizione preferisco essere da solo nel mio home studio. I brani nascono d’istinto e senza farmi troppe domande su come debbano suonare. Il primo ascolto è riservato a mia moglie, è lei che mi dice se una cosa, secondo lei, funziona o meno (io sono troppo autocritico). Poi in fase di registrazione ho avuto la fortuna di incontrare Cristiano Arcioni che ha prodotto l’intero album. Lui ha anche suonato le parti di organo hammond. Alla chitarra acustica c’è Roberto Invernizzi, alla chitarra elettrica in “A Volte Basta” Luca Princiotta, sempre alla chitarra elettrica c’è Diego Beluschi, alla batteria Roberto Panzeri e le parti di basso le ho incise io.

 

  • La tua discografia, tra collaborazioni e da solo inizia ad essere importante… quanto aspetterai per pubblicare un nuovo lavoro discografico, nonostante tu abbia pubblicato da poco?

 Sto già lavorando a dei nuovi brani e spero di riuscire a pubblicare un nuovo album al più presto. Sarà una sorpresa.

 

  • Quanto è importante al giorno d’oggi avere un’etichetta che ti segue e ti instrada correttamente? In questo caso MUSIC FORCE (che tra l’altro è sempre attenta a proporre musica qualitativamente interessante) come è riuscita a convincerti nel pubblicare un album?

 Penso che ogni progetto musicale debba avere i suoi attori, io compongo musica e faccio il musicista. L’etichetta è una figura chiave per poter riuscire a promuovere la propria musica, mi reputo davvero fortunato ad aver incontrato lo staff della “ Music Force” e nella fattispecie Alessandro Carletti Orsini, il rapporto che ho instaurato con lui va oltre, penso di poter dire d’aver trovato un amico. Lui ha saputo guidarmi e a volte incoraggiarmi nel portare a termine il mio progetto. È anche così che “ Solo Un Sogno “ ha visto la luce. “

 

  • Contatti, progetti e dove si possono trovare i tuoi dischi.

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Sto preparando con la mia band lo spettacolo live e per tutte le info vi consiglio di seguire la mia pagina Facebook