Yesterday: chiedi chi erano i Beatles

Un mondo senza Beatles è un mondo infinitamente peggiore? Sicuramente, non per il giovane cantautore in difficoltà Jack Malik alias Himesh Patel, il quale, investito da un autobus durante un blackout globale, in Yesterday scopre che l’umanità ha completamente dimenticato i favolosi quattro di Liverpool, come se non fossero esistiti, tanto che non compaiono neppure nelle ricerche sul web.

L’ottima occasione, per lui, per potersi esibire in pubblico e far credere di sua invenzione i pezzi che resero mitici John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr, a cominciare quello che presta il titolo al lungometraggio, diretto dal vincitore del premio Oscar Danny Boyle.

Lungometraggio che, se già nelle musiche originali a firma di Daniel Pemberton richiama in maniera evidente hit beatlesiane quali Strawberry fields forever e A day in the life, non manca, ovviamente, di mostrarci Jack impegnato ad eseguirne un buon numero, da I saw her standing there a Ob-la-di, ob-la-da, passando per Let it be, She loves you, I want to hold your hand e All you need is love.

Tutti brani immortali che, comprendenti anche In my life, Back in the U.S.S.R. e The long and winding road, non possono fare altro che rendere unica e preziosa la colonna sonora delle quasi due ore di visione, ponendosi sì al servizio dell’assurdo stratagemma attraverso cui il protagonista raggiunge un’enorme popolarità, ma venendo anche efficacemente utilizzate per strappare qualche risata.

Perché, man mano che fanno la loro entrata in scena la pop star britannica Ed Sheeran nei panni di se stesso e la Kate McKinnon del Ghostbusters 2016 in quelli della spietata agente musicale Debra Hammer, non manca di essere osservato in maniera esilarante che Hey Dude sarebbe meglio di Hey Jude, troppo antiquato, che il titolo White album potrebbe generare problemi con la diversità e che quello di Sgt. Pepper’s Lonely hearts club band è divertente ma eccessivamente lungo.

Mentre Lily James completa il cast nel ruolo di Ellie Appleton, manager e amica d’infanzia di Jack che, in verità, appare piuttosto odiosa all’interno di un’operazione sfoggiante nella sua ultima fase un’idea decisamente geniale e capace, oltretutto, di toccare profondamente il cuore dei fan di coloro che ci regalarono A hard day’s night, ma che non viene sfruttata fino in fondo come avrebbe meritato.

Infatti, la sceneggiatura non priva di falle concepita da Richard Curtis – regista di I love Radio rock e Questione di tempo – preferisce concentrarsi sbrigativamente, purtroppo, sui risvolti romantico-sentimentali, riducendo ad un gradevole apologo relativo all’amore e l’onestà quali veri ingredienti del successo nella vita quello che, con un finale maggiormente legato all’argomento principale alla base di Yesterday, si sarebbe potuto rivelare un autentico capolavoro per invitare a riflettere sulle diversità che caratterizzano la discutibile concezione musicale odierna rispetto ad un passato che ci ha regalato quasi sempre canzoni rimaste nella storia.

 

 

Francesco Lomuscio