Nel nuovo singolo, Piero Strada ci porta in un mondo fatto di misteri, allegorie e rimandi poetici. Un viaggio musicale che mescola elettronica e cantautorato, invitando l’ascoltatore a smarrirsi tra le ombre, lasciarsi trasportare e cercare, forse invano, una via di uscita.

Ciao, Piero. Da dove nasce l’ispirazione per il tuo nuovo singolo “Il Labiriliquido”?

Il Labiriliquido nasce da una collaborazione con Nicolai Ciannamea, autore, fotografo e persona a cui sono molto legato. Nicolai ha scritto il testo del brano pensandolo, inizialmente, come una poesia. Affascinato dal tema del mare, dalla sua vastità e dai suoi enigmi, Nicolai ha raffigurato questi temi con una casa immaginaria, piena di oggetti comuni ma al contempo misteriosi, che ricordano miti e favole classiche. Perdersi nel “labirinto liquido” della casa è facile: il mare ci culla, è ipnotico come il canto delle sirene, ci porta lontano e solo quando siamo ormai troppo lontani ci accorgiamo che è impossibile tornare. Ma forse è proprio questo che volevamo, perderci lontano dal mondo reale, e fuggire per un attimo dalla routine di tutti i giorni.

Quali suggestioni evoca in te l’immagine del “labirinto liquido”?

Il “labirinto liquido” per me è anche una grande allegoria della vita, delle scelte che ogni giorno prendiamo, dei momenti in cui ci sentiamo persi e della forza che troviamo in noi stessi per ritrovare la direzione della nostra vita. E’ bello perdersi, lasciarsi cullare, sognare, ma ad un certo punto dobbiamo essere noi l’ago della nostra bussola e sapere dove vogliamo dirigere la nostra nave.

Quali generi musicali ti hanno influenzato?

Questo è uno degli aspetti più interessanti del brano secondo me. Quando Nicolai mi ha inviato il testo, così poetico, narrativo ed autorale, ho subito pensato ad un arrangiamento che ricordasse la musica di maestri come Branduardi o Battiato. Ma dopo qualche prova non ero soddisfatto, non era quella la strada da seguire, così ho deciso di ribaltare ogni aspettativa, scegliendo uno stile musicale elettropop, forse il più inaspettato per un testo di questo tipo, ispirandomi a musicalità come quelle dei Daft Punk o dei Planet Funk. Si sa, un labirinto è fatto di opposti, e qualche volta bisogna liberarsi delle aspettative per trovare la strada giusta, perché proprio in ciò che non ti aspetti che può trovarsi la sintesi perfetta.

Hai già in mente qualche progetto per il futuro?

Certo, ho già iniziato a lavorare ad un nuovo brano, ma è troppo presto per parlarne. Inoltre, per i prossimi mesi sto lavorando a molti live, in cui presenterò certamente anche il Labiriliquido, insieme a molti altri miei brani, e non vedo l’ora di essere sul palco!


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