Badp intervista sul nuovo album

Fuori dal 30 agosto “Moonshit 3: Over the Clouds” il terzo capitolo della trilogia musicale di badp, realizzato in collaborazione con Shiloh Dynasty. Questo progetto rappresenta un’evoluzione nel percorso artistico del giovane produttore italiano, offrendo un mix unico di mood e generi che spaziano dall’euforia estiva alla malinconia invernale.

Ecco cosa ci ha raccontato!

Intervista da badp

Moonshift 3: Over the Clouds” chiude una trilogia. C’è un motivo particolare per cui hai deciso di suddividere il progetto in tre capitoli?

No, non c’è un motivo ben specifico, ogni progetto ha vita proprio e rappresenta a modo suo un capitolo della mia vita.

L’elemento della luna è ricorrente nei tuoi lavori. Cosa ti affascina di più di questo simbolo e come influisce sulla tua musica?

La luna è sempre stata la mia fonte d’ispirazione e punto di riferimento.
Mi è sempre piaciuto utilizzare e creare suoni che all’orecchio dell’ascoltatore possano farla venire in mente.

La tua collaborazione con Shiloh Dynasty è un aspetto unico della tua carriera. Come sei riuscito a costruire questo rapporto professionale e cosa rende speciale lavorare con la sua voce?

Shiloh per me è sempre stata un fenomeno unico, mi sono innamorato della sua voce nelle tracce con XXXTENTACION ed aver avuto la possibilità di collaborarci piu e più volte per me è davvero un onore oltre che un grandissimo piacere.

C’è un brano dell’album a cui sei particolarmente legato, che senti rappresenti al meglio il tuo stato d’animo attuale?

Probabilmente Over the clouds è la traccia che rispecchia più il mio mood attuale ed il mio sound in generale, nonostante sia la terza nella tracklist è l’ultima che ho concluso in studio

“Moonshift 3” include più collaborazioni rispetto ai capitoli precedenti. Quanto è importante per te lavorare con altri artisti e in che modo queste collaborazioni arricchiscono il tuo sound?

Imparo sempre qualcosa da ogni artista con cui collaboro e credo che questo sia il modo migliore per migliorarsi e riuscire ad innovarsi con il tempo, in questo album in particolare ho scelto degli artisti molto diversi tra loro al fine di creare qualcosa di nuovo.

Il progetto si apre e si chiude con due brani dal mood contrastante. È stato un intento preciso creare questa sorta di viaggio emotivo per l’ascoltatore?

Si assolutamente, era mio intento creare una sorta di montagna russa di emozioni nell’album e sono molto contento che si noti 😉

Come pensi che il pubblico italiano recepisca il tuo stile, che fonde influenze trap, lo-fi e sonorità internazionali? Credi ci sia apertura verso questo tipo di sperimentazione?

Non saprei, in Italia il Lo-Fi è praticamente sconosciuto e la mia sperimentazione parte dalla voglia di portare questo sound cercando anche di ispirare altri artisti.
Purtroppo nel nostro paese ci soffermiamo troppo sulle categorie e generi musicali, a me piace sperimentare e non mi faccio problemi a “mischiare” sonorità che possono sembrare opposte.


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