Con 10 giorni con i suoi il regista Alessandro Genovesi sigla il terzo capitolo della saga della famiglia Rovelli, dopo 10 giorni senza mamma e 10 giorni con Babbo Natale. Da Roma al Polo Nord, ora la simpatica famiglia guidata dai Carlo e Giulia di Fabio De Luigi e Valentina Lodovini si trasferisce in Puglia per accompagnare la figlia Camilla, interpretata da Angelica Elli, ormai diciottenne, verso una nuova vita.

Decisa a frequentare l’università a Bari, anche per stare vicino al fidanzato Antonio alias Gabriele Pizzurro, Camilla si appresta a trasferirsi in Puglia, nonostante le remore e le titubanze dei suoi; ecco allora la combriccola, comprendente anche i figli Tito e Bianca di Matteo Castellucci e Bianca Usai, partire in auto verso il sud per fare la conoscenza della famiglia di Antonio: i Paradiso, ovvero papà e mamma Lucio e Mara, incarnati da Dino Abbrescia e Giulia Bevilacqua, e i figli. Questi ultimi rappresentati dal già citato Antonio e dal Mario di Leone Cardaci.

Due realtà, due mondi a confronto: città e campagna, con i loro pregi e difetti. E quello della famiglia Paradiso sembra davvero una sorta di Eden: una grande villa immersa nel verde, una tenuta familiare con alberi e mucche (e pure un lupo di passaggio), dove la natura riempie gli occhi e alleggerisce il cuore. Non è così per Carlo, tipico padre apprensivo che vede la figlia sempre troppo piccola per spiccare il volo e che mal digerisce questa apparente perfezione dei probabili futuri suoceri, creando – anche involontariamente – piccoli contrasti e grandi catastrofi. Giulia, molto più a suo agio nella situazione, ha altro a cui pensare: una novità in arrivo che potrebbe sconvolgere l’equilibrio familiare, che tra il detto e il non detto crea il terreno perfetto per una commedia degli equivoci in piena regola. Chi è felice della nuova realtà è la piccola Bianca, che nel fratellino di Antonio trova un nuovo amico, un compagno di giochi e di avventure pronto a difenderla come Lancillotto contro le brutture del mondo, a dimostrazione che spesso sono proprio i bambini ad avere il cuore più puro.

Terzo capitolo della storia dei Rovelli, 10 giorni con i suoi richiama alla memoria la trilogia di Ti presento i miei, in particolare il secondo capitolo Mi presenti i tuoi?, con i padri Robert De Niro e Dustin Hoffman mattatori a confronto. Sebbene la situation comedy sia molto simile, Fabio De Luigi e Dino Abbrescia non hanno la stessa verve comica e attoriale dei loro alter ego americani e, in effetti, De Luigi in 10 giorni con i suoi ricalca forse di più la comicità intrinseca di Ben Stiller alle prese con De Niro nel primo episodio. Nonostante le implicite similitudini, se prendiamo la trilogia di Genovesi nel suo complesso vediamo una realtà tutta italiana di una famiglia con i propri problemi che ora si evolve nel tempo. In 10 giorni con i suoi si affrontano tematiche diverse rispetto ai precedenti episodi, dai figli che se ne vanno agli equilibri familiari che cambiano, dal confronto con una vita diversa in un contesto opulento (a tal proposito, bella nota di colore il divertente maggiordomo tuttofare indiano) ma “paesano”, soprattutto se paragonato alla capitale, ai complicati rapporti tra (probabili) suoceri.

La sceneggiatura, scritta a due mani dal regista con Giovanni Bognetti, scorre fluida e ricca di colpi di scena, nello stile classico della commedia che – pur non toccando l’apice della comicità – diverte. Splendida la fotografia di Luca Esposito, aiutata dalle meraviglie naturali del Salento: dalle campagne di Galatone al litorale di Gallipoli fino al parco di Punta Pizzo; come anche dalle bellezze classiche delle location pugliesi, dalla caratteristica piazza San Giorgio a Melpignano agli scorci del centro storico di Lecce. 10 giorni con i suoi è una commedia che sembra dipinta in una cartolina, che valorizza uno scorcio affascinante del nostro BelPaese, una perla naturale nell’ostrica salentina dove la vita scorre in maniera del tutto diversa. E il confronto non è quello tipico tra nord e sud, piuttosto tra la vita caotica, convulsa ed economicamente più complicata della città e quella più rilassata e benestante del borgo immerso nelle bellezze naturali d’Italia. Un paragone che rimane aperto a nuovi sviluppi…


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