La casa con la scala nel buio- Recensione

Bruno (Andrea Occhipinti) è un compositore di colonne sonore il quale viene ingaggiato dalla regista Sandra (Fabiola Toledo), per la realizzazione della colonna sonora del suo ultimo film. Per aiutarsi nella concentrazione, va ad abitare in una villa enorme e sinistra fuori Roma, di un suo vecchio amico. Il film di Sandra è un thriller e mostra un gruppetto di bambini in una casa abbandonata. Arrivati di fronte a una scala che si riversa nel buio, intimeranno al bambino biondo di scendere giù e recuperare una pallina da tennis gettata da loro, chiamandolo ”femminuccia” per dimostrare appunto che non lo è. Una volta sceso, spaventato, il bambino getterà un urlo di terrore e la pallina da tennis rimbalzerà sul muro lasciando tracce di sangue.

Sandra, ha preso la storia da una realmente accaduta. Tiene la vicenda ben segreta e non permetterà a nessuno di vedere il rullo 10 del film, quello finale. Bruno, nella villa, mentre tenterà di comporre la colonna sonora, verrà disturbato da alcune ragazze che ritroverà nei pressi della casa e capirà, che queste ultime sono state uccise proprio lì dentro. Tutto, ruota intorno al segreto di una certa Linda. ”

”La casa con la scala nel buio”

Inizialmente, ”La casa con la scala nel buio’‘ doveva essere una serie TV composta solo da quattro episodi. Siccome i contenuti non erano appropriati, si decise di lasciare il posto al circuito cinematografico.

Lamberto Bava, qui alla regia in ottima forma, attinge molto da Dario Argento, in particolare da ‘‘Profondo Rosso” e ”Tenebre”, regalandoci uno dei thriller/horror/film di mistero più belli degli anni ’80.  Un periodo d’oro per il cinema italiano, che dagli anni ’60 agli anni ’80 ci regalò delle vere perle cinematografiche.

Il film è agghindato di mistero, di questo mistero che ci sta alle calcagna e non ci abbandona. Il mistero di questa astrusa Linda. Chi è Linda? Cosa c’entra con la vicenda? Chi è che semina la morte nella villa?

Il fulcro di tutto è quel diario di Katia ritrovato con le pagine strappate. Il segreto… nessuno lo deve sapere.

Tanti colpi di scena e atmosfere intriganti per il terzo film di Bava Junior. Bava ha collaborato alla co-regia col padre Mario in ”ShockRecensione-Shock e diretto precedentemente il suo primissimo film da solo regista, ”Macabro”. Recensione- Macabro

”La casa con la scala nel buio” è ben studiato, con un cliffhanger finale strepitoso e una colonna sonora da brividi, la colonna sonora che Bruno suona, in realtà composta da Guido e Maurizio De Angelis.

La vicenda, infatti, è abbellita dalla soundtrack martellante e costante, quel brivido continuo che ti segue fino a ucciderti completamente, fino a farti cadere nel limbo della morte.

Film vietato all’epoca ai minori di 14 anni, stupì lo spettatore in sala. ”La casa con la scala nel buio”  contornato da luce e buio, il buio della scala, della notte, con il contrasto della luce del giorno e dei colori più vividi e caldi del giardino e della piscina.  Il sadismo lo vediamo nelle uccisioni, che avvengono tramite un lungo coltello e un taglierino.

Ottima interpretazione di Michele Soavi, grandissimo regista del panorama italiano. Più monotono e statico Occhipinti. Buona la regia di Bava, che si dimostra essere all’altezza del padre se pur meno elegante.

Qui non c’è bisogno di scappare, perché l’omicida ti troverà, eccome se ti troverà.

”La casa con la scala nel buio”