Alcunelacune: la bellezza di comporre la vita e i suoni

Mai arrendersi di fronte alla bellezza… o comunque, la resa, la prendo anche come un gesto alto di considerazione e di ammissione del quanto piccoli siamo di fronte ad aspetti così alti della vita. Andrea Ricci, in arte Alcunelacune, sforna un disco davvero molto interessante dal titolo “Coolage N.1”, un gioco di parole, un mosaico di suoni e di libertà compositive che ruotano attorno alla dimensione del pop per arrivare poi a canzoni di vita che sanno anche di rock, di blues, di anni lontani dai nostri… un disco che alla bellezza chiede solo libertà.

E noi parliamo sempre di estetica… ma cerchiamo di andare oltre al concetto di bellezza superficiale. Per Andrea Ricci che significa la bellezza?
Ora che ho un certo appetito, potrei dirti una bella parmigiana di melanzane. E poi, visto che ho anche sin po’ di sonno, una bella amaca dove farmi una dormita. Vista mare.
La bellezza… l’estetica… che concetti ENORMI. Di fronte alla bellezza mi arrendo.

Annoso problema di trovare un punto di equilibrio tra bellezza e contenuto. Anche questo è un “Gioco di prestigio”… come lo gestisci?
Ho sempre pensato all’equilibrio come una situazione dinamica che richiede continui aggiustamenti. L’importante è ottimizzare lo sforzo necessario per evitare cadute… Le oscillazioni possono essere minime e allora lo sforzo necessario è minore, o grandi, e allora si fa una gran fatica.
Certo, il mago è quello che riesce a rendere l’equilibrio una situazione statica. Oddio, praticamente la morte. Meglio rischiare di cadere e fare un po’ di fatica. Magari non troppa.

Che poi tu di punti di contatto ne hai cercati molti e in diverse direzione, a sentir questo disco… vero? Nel senso che sono molteplici le soluzioni o che stai ancora cercando?
La mia è una ricerca. Fortunatamente non devo mantenermi con la musica. Faccio l’architetto per vivere. Non faccio altro che mettermi alla prova e soddisfare la mia curiosità (e il mio narcisismo). Quello che succede però è che poi incontri le persone. E allora le cose diventano subito vere, sicuramente più belle, anche se mai come te le immaginavi.
Allora io sono fortunato, posso permettermi di essere fluido (o almeno provarci) scorrere, adattandomi alle situazioni.
Mentre cercavo (di fare questo disco) ho trovato Manfredi Perrone, che ha partecipato alla scrittura dei testi e mi spinge sempre a guardare meglio le cose; Gianluca Mancini, con cui suonavo ai tempi dei Vallanzaska mi ha accolto al Mai Tai Studio e cerca di farmi sentire le cose in modo diverso; Donato Brienza, che oltre a suonare la chitarra, mi prende per mano e mi tira fuori dalle paludi in cui spesso mi infilo e Giacomo Sargenti (alias Gregori Dassi) che ha fatto il magnifico video in animazione di Gioco di prestigio. Sono alcuni di quelli a cui devo dire grazie.

Il suo che tanto ha quel sapore di Jazz italiano anni ’30 (ma non solo ovviamente)… è un’epoca a cui sei legato per qualche ragione? Si veda anche il video live di “Dimentica”…
Come dice un personaggio in Midnight in Paris di Woody Allen, “…il presente è un po’ insoddisfacente (…) perchè la vita è insoddisfacente”. A me piace andare avanti e indietro nel tempo e nello spazio. Onestamente non c’è un epoca (o un luogo) che prediligo. Certo ci sono cose che non mi piacciono comunque o cose che non sono in grado di capire.
Diciamo che forse le cose più “vecchie” abbiamo avuto più tempo per digerirle…

E se ti chiedessi cosa hai rubato delle tue antiche militanze per fare questo lavoro?
Direi fondamentalmente le persone con cui ho ancora la fortuna di collaborare e di confrontarmi.
Ognuno di quelli con cui ho suonato ai tempi dei Supermacanudo (gruppo mitico dei tempi del liceo e dei primi anni di università), dei Vallanzaska e dei Solidamòr (il mio progetto Patchankero), mi ha lasciato qualcosa.
Ancora mi nutro di tutte queste cose mentre sogno e guardo avanti. Da qui nasce la mia COOLAGE.