35 anni di curiosità su Ritorno al futuro

Il 18 Ottobre 1985 usciva nelle sale cinematografiche italiane Ritorno al futuro, diretto da Robert Zemeckis, film fenomeno dell’estate americana, dove aveva conquistato le vette più alte delle classifiche d’incassi, superando anche Rambo II – La vendetta e diventando a pieno titolo uno dei classici su celluloide degli anni Ottanta.

Il successo è dovuto senza dubbio al perfetto e spettacolare meccanismo del film, esempio da manuale di stile, ma anche delle interpretazioni dei due protagonisti principali: l’allora adolescente divo televisivo Michael J. Fox e l’indelebile caratterista Christopher Lloyd.

La pellicola ha definito in fotogrammi i meccanismi del viaggio nel tempo che guarda al passato con gli strumenti del futuro, raccontando l’emozionante e divertente vicenda dello studente Marty McFly (Michael J. Fox), che, ritrovatosi accidentalmente catapultato nel 1955 e appreso che i suoi futuri genitori, per uno scherzetto del destino, rischiano di non innamorarsi e, quindi, di non metterlo più al mondo, si vede costretto a fare di tutto per risolvere la situazione.

Dovrà così sostituirsi al padre bullizzato, motivo per cui la Disney, vedendo un accenno all’incesto, si rifiutò di produrre il lungometraggio, lasciando il posto a Steven Spielberg.
Accanto a Fox, Lloyd, nel ruolo del folle scienziato Emmett Brown detto Doc, i cui strabuzzamenti d’occhi, le teorie strampalate, e l’ entusiasmo travolgente, lo hanno consegnato alla storia del cinema.

Ritorno al futuro è a tutti gli effetti una deliziosa commedia fantasy che, a partire dalle prime immagini, accompagnate da The power of love di Huey Lewis and The news, si sviluppa zigzagando nella società americana dagli anni Cinquanta agli Ottanta che, scavalcando le convenzioni di spazio e di tempo, ci ragguaglia sui cambiamenti di costume, rivaluta alcune istituzioni andate per disperse, come la famiglia, e ironizza con delicatezza e humour sugli incastri generazionali.

Alla base della finale riuscita del film c’è anche una sceneggiatura di ferro dello stesso regista che, nove anni più tardi avrebbe vinto l’Oscar grazie a Forrest Gump, firmata insieme a Bob Gale: un copione geometricamente perfetto in ogni singolo dettaglio e dai  dialoghi memorabili (“Ehi tu porco levale le mani di dosso” è soltanto una delle frasi entrate a far parte dell’immaginario collettivo).

Come scrisse Francesco Lomuscio nella sua recensione su FilmUp.com, “Tutti aspetti positivi che, insieme ad un Crispin Glover (di sicuro uno degli attori più sottovalutati della storia di Hollywood) perfettamente calato nei panni di George McFly, padre del protagonista alle prese con il prepotente Biff Tannen alias Thomas F. Wilson, vanno ad impreziosire quello che possiamo riconoscere quale capolavoro del futuro autore di Forrest Gump. Un capolavoro che, al di là dell’indiscutibile professionalità manifestata dal cast tecnico-artistico, nasconde con ogni probabilità buona parte dei propri ingredienti segreti in quel colorato e romantico periodo storico conosciuto come anni Ottanta, durante il quale si continuava a sognare anche una volta riaperti gli occhi ed usciti dalla sala cinematografica. Consapevoli, però, del fatto che non è mai troppo tardi per porre rimedio ai grossi problemi”.

 

10 CURIOSITA’ SUL FILM

In Italia, la prima tv avvenne Lunedì 9 Gennaio 1989 su Rai Uno (qui sotto, l’immagine in bianco e nero, relativa alla prima tv, proveniente da Radiocorriere Tv, e, accanto, quella a colori riguardante la successiva programmazione del film, risalente al 12 Ottobre 1990, segnalata da Tv sorrisi e canzoni).

All’inizio del film c’è un omaggio a Stanley Kubrick voluto da Spielberg: Marty va a casa di Doc e collega la chitarra all’amplificatore. Quando gira la manovella, si vede un’etichetta con scritto CRM 114, sigla che indica un pezzo fittizio di apparecchiature radio critiche nel film Il dottor Stranamore – Ovvero: come imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba di Stanley Kubrick, la cui distruzione impedisce all’equipaggio di un B-52 di ascoltare il codice di richiamo che non consentirebbe loro di sganciare le bombe all’idrogeno sull’Unione Sovietica. Tale  sigla venne poi riutilizzata da Kubrick in altri suoi film quali Arancia Meccanica e Eyes wide shut.

Il memorabile momento in cui il Doc pende aggrappato alle lancette del grande orologio è un omaggio al film Preferisco l’ascensore! (Safety Last!) – 1923 di Fred C. Newmeyer e Sam Taylor (con Harold Lloyd).

Molte scene sono in notturna, in quanto Michael J. Fox era super impegnato sul set del telefilm Casa Keaton.

Lorraine chiama Marty col nome di Calvin Klein perché legge il logo sugli slip, ma in Italia lo stilista non era ancora conosciuto, perciò nel doppiaggio nostrano si optò per Levi Strauss.

La splendida aerodinamica autovettura Delorean, alimentata a plutonio e in grado di viaggiare avanti e indietro nel tempo, venne disegnata da Giorgetto Giugiaro. Per i fan dell’animazione made in Japan, la vediamo omaggiata in Lamù – Forever: La principessa nel ciliegio, del 1986.

Il mezzo per viaggiare nel tempo in principio doveva essere un frigorifero, ma Bob Gale e Robert Zemeckis optarono successivamente per la Delorean, evitando così il rischio che alcuni bambini potessero emulare il film rinchiudendosi in quelli di casa.

Huey Lewis – cantante della band Huey Lewis and the News – compare, non accreditato, come giudice dell’audizione in cui suonano Marty e i Pinheads. L’esaminatore taglia fuori la band sentenziando “Mi dispiace ragazzi, siete troppo rumorosi”. Scena autoironica, perché Lewis definisce così la propria canzone (The power of love) scritta appositamente per il film e che la band di Marty sta suonando.

Tra i vari finanziamenti alla pellicola c’era anche la California Raisin Board, che produceva prugne e uva passa. Un bel vaso di prugne doveva comparire su un tavolo durante la festa del ballo, ma la produzione decise di mettere il logo sulla panchina dove il vagabondo di Hill Valley dormiva. L’azienda di prugne, insoddisfatta, richiese indietro i cinquantamila dollari.

Nel film Un milione di modi per morire nel west, del 2014, fra i vari cameo il più epico è quello che vede Christopher Lloyd che riprende il ruolo del dottor Emmett L. Brown. Appare in una situazione in cui sta nascondendo la sua famosa macchina del tempo, dicendo che si tratta di un “esperimento meteorologico”, riprendendo proprio una famosa battuta di Ritorno al futuro.

 

Daniela Asmundo