Amore Psiche: intervista alla band milanese

Il gruppo Amore Psiche è nato a Milano nel 2018 come canale espressivo per la dolcezza e la nonviolenza, omaggiando il mito greco romano.

Daniela Grigioni (voce + synth) ha cantato nel gruppo jazz Bluetrain e inciso album con Echidna, H.u.g.o. e Inner Scent.

Carmelo Mutalipassi (chitarre) ha suonato e inciso con le band The Jet-Sons, Jinx, Mr Bread e Visionari.

Fabrizio Carriero (batteria) ha collaborato con molteplici musicisti, in particolare con Chicago Stompers, Memento, Guignol, Pier Adduce & i Tre Sette.

Guidati dal comune bisogno di sperimentare i tre creano canzoni folk elettriche cantate in italiano.

Nel 2021 viene pubblicato il primo album “Scoprire”, registrato presso Casa Medusa (Milano) con la produzione di Francesco Campanozzi, dal quale emergono i singoli con videoclip “Scoprire” e “Dolce Illusione” che hanno ricevuto ottime recensioni.

Nel 2024 sarà pubblicato il secondo album “Ginkgo Biloba”, prodotto nuovamente da Francesco Campanozzi e distribuito da Overdub Recordings, dal quale è estratto il primo singolo “Umano troppo umano”.

 

Come descrivereste il vostro stile musicale e quali sono le principali influenze che hanno contribuito a plasmare il suono di Amore Psiche?

Lo descriveremmo come musica fuorimoda, nata da un’urgenza espressiva molto personale e influenzata dalla psichedelia, il folk, il post punk, cercando qualcosa di fresco

 

Ogni membro della band ha una storia musicale unica. Come avete fatto a fondere le vostre diverse esperienze musicali in un’unica identità sonora per Amore Psiche?

È avvenuto piuttosto naturalmente, ognuno di noi stava percorrendo una nuova strada per sentirsi a proprio agio, stavamo lasciando quello che conoscevamo per andare verso un suono condiviso che ci rappresentasse, senza sapere come avrebbe potuto essere. Siamo stati poco autoindulgenti, abbiamo eliminato parecchio materiale e bloccato sul nascere derive poco convincenti per noi

 

Passiamo al vostro ultimo singolo, “Umano troppo umano”. Qual è il messaggio o il significato dietro questa canzone e come si inserisce nella narrativa complessiva di “Ginkgo Biloba”?

Il singolo si riferisce alla sensazione di navigare in una galassia dove ci si potrebbe perdere – da tutti i punti di vista – se non ci fosse una forte appartenenza alla nostra radice, la natura, la casa da cui proveniamo. E ci interroghiamo su dove stiamo andando, come specie umana, consapevoli del fatto che l’Amore è fondamentale. L’album ricalca proprio questo tema, l’importanza della natura che non é al nostro servizio ma ci sostiene con amore, dovremmo prendercene cura e rispettarla, anche per la nostra sopravvivenza 

Avete lavorato nuovamente con Francesco Campanozzi per produrre “Ginkgo Biloba”. Qual è la dinamica della vostra collaborazione con lui e in che modo ha contribuito al vostro sound e alla direzione dell’album?

Questa volta siamo arrivati in studio con le idee molto piú chiare, anche grazie ai preziosi consigli dell’etichetta overdub recordings. Abbiamo pre-registrato ogni brano in modo da esserne soddisfatti, nello studio/garage del batterista con il suo impianto voce. Una volta in studio abbiamo registrato solo alcune parti sulle pre-registrazioni e tutto è stato molto agile. Campanozzi ha apportato alcune modifiche e come per il disco precedente ha abbellito notevolmente i brani seguendo la direzione condivisa anche coi ragazzi di overdub 

Proiettandoci nel futuro, quali sono i vostri obiettivi come band? Ci sono luoghi dove sperate di suonare, artisti con cui vorreste collaborare o nuovi territori musicali che vorreste esplorare?

Ci piacerebbe certo essere conosciuti e apprezzati in modo da poter suonare di piú, anche in festival estivi, collaborare è sempre molto bello, ci vuole l’incontro magico e al momento non sappiamo chi potrebbe essere. Abbiamo voglia di velocizzare i brani, potremmo provare con un dj, sarebbe molto stimolante

 

Ascolta Umano troppo umano” su Spotify

https://open.spotify.com/intl-it/track/1ph5HYXxvK9Opioaa5PWU9?si=ea048cc80bcd45ed