I Pionieri: una piccola, grande avventura tutta italiana

Tratto dal suo omonimo romanzo, I Pionieri è diretto da Luca Scivoletto, che lo ha anche musicato e, insieme a Eleonora Cimpanelli e Pierpaolo Pirone, sceneggiato.

Produzione targata Fandango, il delizioso film del regista siciliano racconta la storia di tre ragazzini che scappano di casa, portandosi appresso ognuno il suo carico di motivazioni ed emozioni.

Un po’ commedia, un po’ avventuroso e un po’ romanzo di formazione, il film, presentato al Torino Film Festival, è la giusta occasione per distrarsi e farsi catturare da una narrazione veramente garbata e interessante, fatta di dialoghi acuti e frizzanti, che abbraccia una pagina della storia italiana a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta e la mostra attraverso gli occhi di un gruppo di giovani.
Diretto con immensa grazia e delicatezza, il lungometraggio di Scivoletto fa leva sull’acume di certe battute e sulla incredibile bravura dei giovanissimi protagonisti Mattia Bonaventura, Francesco Cilia, Danilo Di Vita e Matilde Sofia Fazio.

Partendo da cenni autobiografici, il regista delinea con grande cura non solo il paese siciliano in cui è ambientata la vicenda, ritraendone una certa chiusura mentale, ma anche le ideologie che all’epoca guidavano l’Italia e infiammavano gli animi di alcuni suoi abitanti. Una frase su tutte la dice lunga sulla politica e la società di allora ed è stata utilizzata proprio in apertura: “Solo scoperchiando gli intrighi tra la politica e gli affari, in Sicilia ci potrà essere la pace”.

I Pionieri tuttavia non è un film di stampo politico, ma, prendendo spunto dalla contrapposizione di quel periodo storico tra i nostalgici comunisti e gli esponenti della Democrazia Cristiana, fa sue certe comiche contraddizioni e certi buffi aneddoti che ancora oggi aleggiano intorno ai due schieramenti. Vedi il classico “I comunisti mangiano i bambini”.

La voce narrante dell’adorabile Enrico, chiamato così ovviamente in onore di Berlinguer, accompagna le vicende che lo vedono protagonista insieme all’amico Renato – pronto a rifondare I Pionieri che danno il titolo a romanzo e film con un campeggio improvvisato e assai poche provviste al seguito – e a Vittorio Romano (nomen omen, anche in questo caso), il bullo che gli ruba di continuo le merende, nonché figlio dell’acerrimo nemico dei genitori dei due, in quanto convinto democristiano.

L’avventura fa superare le distanze politiche, per così dire, tra i ragazzini e tra essi si instaura un rapporto di confidenza e amicizia, scevro dalle incursioni dei genitori. Ad allietare la loro permanenza nei boschi, la presenza di Maggie, figlia di due soldati americani della vicina base, che scuoterà gli animi dei giovani e li farà riflettere sulle loro decisioni e sui rapporti con i rispettivi genitori. Genitori che nel frattempo si riuniscono, loro malgrado, per cercare di rintracciare i ragazzi, dando luogo ad una serie di comiche situazioni in cui, ancora una volta, certa politica di basso profilo viene messa alla berlina.

Una manciata di I Goonies, un pizzico di Stand by me – Ricordo di un’estate e una spolverata di Jojo Rabbit et voilà, I Pionieri è servito e si chiude su una bellissima riflessione: “Se non possiamo tornare indietro, non possiamo fare altro che proseguire”, sovrastata dall’indimenticabile Go West nella versione dei Pet Shop Boys.

 

 

Daria Castelfranchi