Nicoletta Riato e Andrea Delia ci parlano dei loro progetti

Nicoletta Riato e Andrea Delia sono gli autori del romanzo storico “Le parole del mio nemico”.
Un romanzo appassionante ma soprattutto senza tempo.
Ecco cosa ci raccontano in una bella intervista.
1. Come vi siete conosciuti?

Tra un caffè e l’altro, Nicoletta ed io abbiamo scoperto la nostra passione comune per la scrittura, fino a quel momento rimasto unicamente un sogno nel cassetto. Era la fine del 2018 e ci siamo detti: “è giunta l’ora di iniziare!”.
2. È difficile scrivere a quattro mani?
La stesura del primo romanzo (L’incanto del silenzio) ci ha trovato in diversi momenti in forte dibattito. Con il passare delle settimane ci siamo però resi conto di come i nostri due stili, seppure molto distanti, si amalgamassero molto bene. Da quel momento, tutto è divenuto più semplice.
 
3. Tecnicamente come svolgete il lavoro a partire dalla ricerca?
Partiamo sempre da un avvenimento reale, di quelli minori spesso poco conosciuti. Poi stendiamo uno scheletro del romanzo e iniziamo la ricerca di quanto ci serva per rispettare la storicità. A questo punto, si parte a scrivere!
4. Perché avete scelto di virare verso il genere storico?
 Io (Andrea) sono uno storico e Nicoletta una storica dell’arte. Quindi unire arte e storia è stata una automatica conseguenza. In più, la storia è un filo che unisce il tempo e le vite di tutti…
5. Ci vuole molto tempo per elaborare un romanzo di questo tipo?
“Le parole del mio nemico” è il quarto romanzo breve della collana “RD”. Ognuno dei quattro ha avuto tempistiche diverse, perché non tutte le storie nascono “alla stessa velocità”. Questo romanzo ci ha occupato circa sei mesi.
6. Il vostro romanzo ha un sapore antico, ma allo stesso tempo moderno. Come riuscite ad essere così “elastici” nella stesura?
Ci piace questa osservazione…
Quello che definite “sapore antico” è l’attenzione nello stile, perché riteniamo che un’opera letteraria debba avere un linguaggio fruibile ma curato. La modernità viene dalle storie, che, nonostante siano del passato, ricordano da vicino vicende che anche oggi accadono.
7. Attingete a storie vere?
Come dicevamo prima, la storia è ricca di aneddoti spesso sconosciuti, di quelli che non si trovano nei libri di scuola. Da questi partiamo affinché il lettore abbia un’istantanea di un mondo che non c’è più, raccontato attraverso una vicenda intrigante.
8. Altri progetti?
Due principali.
Il primo è realizzare un corto cinematografico tratto dal nostro penultimo romanzo, “Il Cammino di Ariperto”. Incrociando le dita, in autunno dovremmo completare il lavoro.
Il secondo è completare la correzione di un romanzo, che speriamo possa essere un grande successo. L’idea è interessante: parliamo di un quadro separato dal tempo e una ricerca per riunire le due parti…!
Insomma, un 2024 nel quale non ci annoieremo…!