Recensione: Cinquanta sfumature di rosso, la storia di sesso e amore tra Ana Steele e Mr. Grey al capitolo finale

Dopo un inizio dalle tinte grigie e nere, arriva l’attesissimo Cinquanta sfumature di rosso con la promessa di un finale (im)perdibile. Protagonisti, come ovvio, ancora loro, la giovane Anastasia Steele (Dakota Johnson) e l’imprenditore miliardario Christian Grey (Jamie Dornan). Il legame tra i due, nato a colpi di bondage, diventa più profondo e maturo. La coppia si sposa, il Sig. Grey mette a freno le sue incontenibili perversioni sessuali e la Sig.ra Grey percorre appagata la strada della moderna Cenerentola, divisa tra il ruolo di brava moglie e quello di donna (quasi) in carriera. Tra luna di miele, acquisti mozzafiato, compimento di ogni desiderio e sesso (non troppo) sfrenato, la vita procede indisturbata. Finché, mentre tutto scorre in modo inverosimilmente felice, il ritorno di Jack Hyde (Eric Johnson), ex datore di lavoro di Anastasia che urla vendetta, movimenta la storia riempiendola di un’azione che fa di questo terzo capitolo quantomeno il meglio riuscito della trilogia.

I toni drammatici e il tocco thriller di aggressioni, rapimenti e improbabili corse in auto alla Fast & Furious si contendono lo spazio con le scene di amore e passione tra Christian e Anastasia. E questo alleggerisce notevolmente la trama e rende (per fortuna) Cinquanta sfumature di rosso più scorrevole di quanto non siano stati il grigio, con la sua fiaba romantica, e il nero, con il suo goffo tentativo di approfondire la complicità sessuale tra i ragazzi. Eppure, anche questa volta non c’è nulla che riesca davvero a esaltare, sorprendere ed impressionare. Si conoscono meglio i personaggi, la loro psicologia e le loro paure, ma non si perde la sensazione di essere davanti a stereotipi più che a tipi realistici. La trama mantiene il retrogusto di un qualcosa che ci si aspetta, che si prevede e che non sa mai deviare per davvero dalle prospettive di attesa. Se non forse per disilludere chi spera che, almeno nelle scene di erotismo, questo terzo capitolo mantenga quella promessa di scandalo che, fin dal suo capolino sugli schermi nel 2015, aveva fatto di Cinquanta sfumature una saga chiacchierata.

Per la terza volta, le carte messe in tavola non sono vincenti fino in fondo. Ma l’attesa creata intorno al gran finale e i successi al botteghino dei due capitoli precedenti fanno pensare che anche l’epilogo della storia d’amore tra Anastacia e Christian si guadagnerà la sua enorme fetta di pubblico plaudente. Un pubblico probabilmente tutto al femminile che vive, attraverso il cinema, il sogno idillico di una vita (inconfessabilmente) sottomessa a un uomo ricchissimo e capace di soddisfare ogni desiderio, a patto di appartenere, quasi come un oggetto, a lui. Per tutti gli altri, Cinquanta sfumature di rosso può essere semmai un film da vedere senza pretese, più per il chiacchiericcio mediatico che è stato capace di crearsi attorno che per il suo valore cinematografico.

Valeria Gaetano