Intervista a Luca Soul Signorini tra il presente “Fernandito” che è già classico e il futuro da vivere sul palco

L’eclettico artista Luca Soul Signorini esce con un nuovo singolo dal titolo “Fernandito”. Un viaggio visionario in una Buenos Aires intima e feconda di suoni, immagini e viscerali emozioni che trasportano l’ascoltatore nel cuore dell’artista acclamato da pubblico e critica. Oltre vent’anni di musica sulle spalle per Luca Soul Signorini che tra svariate pubblicazioni, tra musica e poesia e centinaia di concerti, continua a stupire rimescolando le carte in ogni sua partita, tra vita, peccato, miracoli, sofferenza, gioia e la profonda e preziosa consapevolezza della propria libertà alla continua scoperta di sé stesso e del mondo. “Fernandito” è sui principali stores digitali e nelle radio in promozione nazionale. Con la produzione e gli arrangiamenti di Hernan Brando (Buena Vida Hotel di Joe T. Vannelli), Luca Soul Signorini ci trasporta fra calembour, boutade e slogan, attraverso una ritmica irresistibile, in un viaggio che contempla né la partenza, né la destinazione, ma semplicemente la sua stessa concettuale esistenza, senza badare al politicamente corretto. Scopriamo news e curiosità in questa intervista direttamente con Luca Soul Signorini!

Cos’è per te la bellezza? Elemento che mette in comunicazione il messaggio con la sua forma…

La bellezza è la più alta forma del genio, si svela e non si spiega. Lo diceva Wilde, uno fra i miei autori preferiti e da questa premessa a cui credo profondamente, ho proseguito nella ricerca dei miei testi e nell’accuratezza delle ultime produzioni conservando chiaro il fatto che non esiste di essa che un’interpretazione soggettiva, un errore! Un errore che schivo evitando il racconto e la palesità di alcune situazioni, cerco di evocare, di dare i mezzi per potersi stupire di qualcosa, tratteggiando i dettagli e togliendo dalla sovrabbondanza di parole, pensieri e ovvietà i testi, dai quali cerco sempre la leva per poter bai passare quella forma che ci costringe ad essere presenti al presente ed è terrificante! Beh, nel momento in cui si vive una cosa, è già passato o futuro, soffermarsi su una moda, è di per sé l’omicidio della creatività, in quanto fugge al concetto di bellezza che ho offerto pocanzi in queste righe, perché la moda cristallizza e segna un epoca, io rimango convinto come Carmelo Bene che è solo “Nel classico” che si trova l’eternità che attraversa il tempo e in definitiva ci fa comprendere quanto “la bellezza” sia al di là di ogni nostro piccolo pensiero… Punto ad essere un classico. Forse perché è evidente che io sia “Fuori tempo”!

In questo nuovo singolo la bellezza punta dritta alla vita. Ma una vita di ultimi, di dannazione in qualche modo… o sbaglio?

Non ho mai trovato nulla di profondo nella leggerezza e nella spensieratezza, più che altro in quella che pateticamente si va cercando anche quando il tempo dello stupore e della purezza ci abbandona. La bellezza dell’adolescenza è frutto della sorpresa, dell’essere spiazzati da una prima volta. Con tutto il bene del mondo e con piccolissime eccezioni, direi decine su miliardi, la vita e la sua bellezza si trova solo in chi nonostante i propri errori, la propria perdizione o disagio trova la necessaria forza nell’andare avanti, non per ritornare dove non si può tornare ma semplicemente per ricordarsi di chi sono stati e cosa si possa così fare perché non si corrompa oltre al già malato percorso, la speranza che una nuova bellezza, riprenda in mano l’inferno che si è vissuti, disegnando un mondo migliore

Sembra che questo brano (come tanta produzione che ti rappresenta), voglia eludere il presente che ci troviamo addosso. Come se questa Italia non sia la tua terra… o sbaglio?

In realtà, io mi ritrovo nell’Italia rurale, ruspante e dimenticata. Un paese ai margini, quella dei cantastorie e dei piccoli paesi. Ho scritto e collaborato con Bugelli, l’ultimo menestrello di Lunigiana e amo i sentimenti da cortile (così chiamo la vecchia Milano) amo in definitiva la nostra storia prima dell’epoca dell’indifferenza e del trash politico e della comunicazione. Oggi siamo un paese decorativo e di intrattenimento, senza spessore… Amiamo il bidimensionale, lungo o corto? Nella mia musica coltivo le passioni di oltreoceano e oltremanica ma solo per innata predisposizione al ritmo, non posso dimenticare il nostro cantautorato, la nostra melodia. È che ne ricordiamo solo la parte più patetica.

Parlaci del video… un tassello lo-fi… come mai? Ha una ragione precisa?

L’ho fatto perché nessuno è più abituato all’artigiano. Al cesto di mele con quella bacata e quella meno matura. Scelgono tutti le stesse cose, gli cambiano la confezione e diventa bio o industriale… In più non ero pronto ad un video con me protagonista, mi facevo ridere, mi faccio ridere in alcuni temi e poi nell’idea di protagonista?! Così ho pensato ad un collage di memorie, girate con un telefono cellulare e le uniche decenti erano pure in verticale; eppure, è piaciuto molto l’idea di viaggio e libertà anche se non correlata didascalicamente a FERNANDITO ma d’altronde come vi dicevo penso per elissi, scrivo con l’intermittenza delle sensazioni, così ho deciso di fare veramente qualcosa di dadaista, un po’ naif o sinceramente folle.

Un disco in arrivo? Una stagione di concerti… cosa ci dobbiamo attendere?

Fernandito è parte di un Ep Pop(st)Mortem che contiene i brani degli ultimi due anni, un concept che ha per linea, il non rappresentare un genere ma il semplice gusto di riportare alla luce tutti gli stili che hanno contaminato la mia generazione e più intimamente, la mia formazione musicale, raccontando tristemente ma senza resa, la morte del pop, per come si intendeva, solo fino pochi lustri fa! Il passo naturale e successivo è il ritorno ai live con una nuova band, portando in giro per l’Italia uno show molto anni 70 come temperamento, fatto di miei inediti e che verrà lanciato a settembre da un singolo GUARDA CHE YANTRA, manifesto di un nuovo corso. Spero che lo show possa diventare anch’esso un disco… Nel frattempo, sto già andando oltre, non mi fermo.