Intervista a The Ingeniis con il suo nuovo singolo “Caos”

Potrebbe sembrare una domanda banale e magari lo è: “Dove sta andando la musica? E dove sta andando la tua di musica?

Dove sta andando la musica. Che domanda difficile per iniziare. La musica va un po’ dove i suoi ascoltatori vogliono che vada secondo me. Mi spiego meglio. Secondo me, l’essere umano e fruitore di musica vive spesso un po’ nella nostalgia del suo passato. Questo crea quei cicli, quei corsi e ricorsi storici in cui delle mode tornano ad essere attuali, nella musica e non. Non so che direzione prenderà la musica in futuro, ma ci saranno sempre elementi del passato e del presente che si fonderanno per creare qualcosa di nuovo. La mia musica va un po’ dove vuole, un po’ com’è nata. È nata per caso e va nella direzione che rispecchia la mia personalità e le mie voglie del momento. Al momento è puramente pop, c’è un po’ di pop, un po’ di indie, un po’ degli anni ’80, un po’ degli anni ’90. Magari in futuro andrà in un’altra direzione, ma questo lo scopriremo solo vivendo!

Ad avere la possibilità di aprire un concerto in uno stadio di un big della musica, affrontandone il pubblico con la tua musica, chi sceglieresti? E perché?

Beh, penso che se mi trovassi di fronte al pubblico di uno stadio adesso mi verrebbe un infarto. Però se potessi scegliere due artisti, direi Levante e Tommaso Paradiso, forse non sono così big o forse sì. Dell’una amo l’originalità nella scrittura, l’energia e la voglia di rinnovarsi sempre, dell’altro amo la genuinità e la capacità di creare pezzi da urlare a squarciagola allo stadio. Mi hanno riavvicinato alla musica italiana e quindi portato a scrivere la mia. E per questo saranno sempre due artisti a cui sarò molto affezionato.

Quali sono i tuoi piani più immediati?

I miei piani più immediati, uhm! Ora mi godo un po’ l’uscita di questo nuovo brano, Caos, ma rifletto già all’uscita del prossimo. Ho lavorato per due anni alla produzione e registrazione del mio album, ora ho voglia di farlo ascoltare. Dovrete restare sintonizzati!

Quanto è importante per te internet nell’ambito musicale? Si rimpiange il passato in cui i social e selfie erano solo utopia o, meglio, proiettarsi verso il futuro abbracciando le nuove, seppur fredde, forme di comunicazione?

Sono abbastanza combattuto. Diciamo che originariamente non sono una persona molto social, mi piace usarli per perdere un po’ di tempo come tutti, ma non ero qualcuno che postasse molto; quindi, inizialmente ho reagito male a questo aspetto di questo lavoro. Poi però in realtà ho riflettuto alla fortuna che noi artisti abbiamo oggi. Siamo tanti, quindi è frustrante postare e ripostare senza vedere risultati concreti da subito. Abbiamo però questo vantaggio, di poter comunicare e fare uscire la nostra musica da soli, senza bisogno di grandi aiuti esterni e questo è molto bello. Infondo è tutto nelle nostre mani o quasi. Poi dipende da quanto lontano si vuole arrivare, ma già il poter condividere anche senza spinte esterne, secondo me, è una bella possibilità che abbiamo. Poi non si deve ridurre tutto a quello magari.

C’è differenza tra ciò che ascolti e ciò che in realtà componi e canti?

Mi piace ascoltare cose variegate, dipende dal mio umore del momento. In quello che scrivo, però, c’è moltissimo di quello che ascolto e ho ascoltato, a volte in maniera molto presente a volte solo con occhiolini discreti, ma io li vedo!

Tanta musica sulle spalle, palchi e sudore in onore dell’arte. Con la tua esperienza e la concezione raggiunta della tua musica, cosa consiglieresti a dei giovanissimi per intraprendere un percorso artistico e discografico?

Beh, io sono giovanissimo, quindi ci consiglio di perseverare e non aver paura di farci ascoltare e farci vedere dal pubblico. Andare sempre avanti, crescere e arricchirsi dei consigli dei collaboratori per salire un gradino in più ogni giorno e ad ogni progetto.

Chi vorresti ringraziare per chiudere questa intervista?

Vorrei ringraziare il mio produttore, Phil, che mi ha insegnato molto e a cui ho insegnato qualcosa anch’io nel mio piccolo. Abbiamo imparato a lavorare veramente a quattro mani ed è stata una collaborazione davvero positiva. Voglio ringraziare il mio ufficio stampa DCOD Communication, Cristiano e Mattia di sostenermi in questo lancio. E infine tutti quelli che mi hanno aiutato ad avanzare e arrivare dove sono ora con la mia musica e il mio progetto! E grazie a voi per l’intervista!