Le Pietre Dei Giganti: l’intervista per il Rework di ‘Ohm’

Le Pietre Dei Giganti (LPDG) sono una band psych-alternative rock di Firenze. Il loro sound può essere definito un miscuglio di stoner, psichedelia, heavy rock, blues acido, accompagnato da testi intrisi di poesia e gusto epico. A tratti lambisce il progressive degli anni 70 e presta attenzione anche all’elemento ritmico, mediante l’utilizzo di groove tribali, sampling ed elettronica. Se il primo disco, Abissi (Overdub Recordings, 2019), era nato come sfogo di un’urgenza espressiva e il suo principale punto di forza poteva dirsi la compattezza, i nove brani del nuovo disco Veti e Culti sono difficilmente inquadrabili in maniera univoca perché vivono e respirano di frequenti cambi di dinamica, al di là degli immancabili punti di riferimento che vanno dagli Ulver agli NIN, dai Kyuss ai Queens Of The Stone Age, dai Tool ai Verdena. Veti e Culti, uscito il 25 febbraio 2022 Overdub Recordings – Epictronic e distribuito da Sony-The Orchard e Goodfellas Edizioni, ha ottenuto il plauso della critica di settore (Rumore, Ondarock, Impatto Sonoro, Rockit, Blow Up, Vinilicamente, Buscadero) ed è stato definito da Rockit come “uno dei dischi migliori degli ultimi tempi di rock italiano, nell’accezione più generale del termine”. L’album è stato citato tra le produzioni rock di rilievo uscite nel 2022 da “Il Giornale” ed inserito nelle classifiche dei miglior dischi del 2022 da alcune riviste e webzine di settore (Impatto Sonoro, La Repubblica, Il popolo del blues, Vinilicamente, ParanoidPark, per citarne alcune). Nel 2022/2023 la band ha promosso Veti e Culti con un tour che l’ha vista esibirsi in moltissimi festival e live club in tutta Italia al fianco di nomi del panorama nazionale e internazionale (Pier Paolo Capovilla e i Cattivi Maestri, Andrea Chimenti, Pino Scotto, Meganoidi, Giorgio Canali, Nick Olivieri, Finaz e molti altri). 

Il rework di “Ohm” de Le Pietre Dei Giganti con il featuring di Victor Bomì pubblicato da Overdub Recordings e distribuito da Ingrooves/Universal è disponibile sulle piattaforme digitali. 

Cos’è per voi la musica? Quanto contano la passione e lo studio per avviare una carriera musicale? 

La musica è passione, linfa di vita. Alcune scelte lavorative sono state pesantemente influenzate dalla scelta di proseguire con questo gruppo. Io stesso sono stato licenziato una volta (avevo solo un contratto di prova) per aver fatto cenno alla “remota possibilità” di dover essere presente ai soundcheck il venerdì sera. Io ormai vivo a Torino e faccio un lavoro che mi permette di fare spesso su e giù da Firenze, ma non lo vedo come un peso. Anzi, penso di avere qualcosa in più rispetto a chi, in qualche modo, finisce annoiato dalla monotonia cittadina. Quanto alle altre due cose: la passione è tutto, ma lo studio aiuta parecchio. La passione da sola non basta…a meno che non vuoi suonare solo i Sex Pistols. 

È uscito il vostro nuovo singolo. Quali sono i temi trattati e cosa vi ha spinto a scegliere questo titolo? 

“OHM” è un brano con un testo molto ermetico, che si ispira ad una poesia di Erri De Luca. Il testo è una specie di dipinto che rappresenta un’umanità in bilico tra morte e rinascita e parla del rapporto tra l’uomo, la terra, e la ciclicità dell’esistenza. Per il titolo abbiamo deciso di lasciare quello temporaneo usato nelle preproduzioni, perché era molto evocativo. A volte queste scelte influenzano anche il tuo percorso artistico: durante gli spettacoli dal vivo, ci piace introdurre il brano con una specie di “Ohm”, una nota bassa tenuta lunga e spennellata di delay, su cui costruiamo un po’ di tappeti sonori. 

Quanto c’è di autobiografico nelle vostre canzoni? 

L’album più autobiografico è stato “Abissi”, il primo pubblicato. “Veti e Culti” contiene dei testi più ermetici e metaforici, eccetto forse per brani come “Polvere” o “Quando l’ultimo se ne andrà”, anche se quello che raccontano lo fanno in una cornice più universale. In un certo senso, si può dire che il primo lato del disco, quello delle Foreste, è un po’ una metafora del percorso compositivo che si cela dietro il “parto” che contribuisce alla realizzazione di un disco. 

In che modo i social possono essere utili per l’attività di un gruppo? 

I social sono tutto, purtroppo. Stare dietro ai social è fondamentale, l’attenzione si perde subito. C’è da dire che, comunque, se non hai nulla da dire o non sei capace, durante la prima esibizione live si perde tutto l’hype. Succede a molti cantautori di oggi che investono molto tempo (e soldi) nella comunicazione ma poi non riescono a mantenere le aspettative dal vivo. Ogni tanto, succedono delle cose interessanti, comunque. Ad esempio, alcune persone che conosco sono andate appositamente sul nostro Instagram proprio per ascoltare il nostro concerto per intero. Non è detto, quindi, che ormai funzionano solo i contenuti flash. La cosa migliore è riuscire a coltivare un’utenza adatta a quello che vorresti offrire (come un concerto di un’ora in streaming) senza inseguire necessariamente i trend. I numeri sono solo numeri. L’apprezzamento reale per un’artista è un’altra cosa. 

Quali saranno i vostri prossimi passi discografici? 

Stiamo valutando l’idea di pubblicare del materiale registrato dal vivo. Sicuramente ci fermeremo un pochino coi concerti perché i nuovi brani richiedono molto lavoro, sia per impararli, perché abbiamo optato per delle soluzioni ritmiche e melodiche un po’ più complesse rispetto a quanto siamo abituati. 

Vi va di ricordarci i vostri contatti per trovarvi in rete? 

Certo: ci trovate su Instagram come https://www.instagram.com/le_pietre_dei_giganti/ e su facebook.com/lepietredeigiganti. Su Youtube il nostro canale è https://www.youtube.com/@lepietredeigiganti e ci sono delle playlist in cui potete trovare anche i video pubblicati su altri canali. Un’altra piattaforma che usiamo molto è Bandcamp, dove trovate il nostro merch.