Quattro chiacchiere con La Tempesta Gentile

Abbiamo avuto il piacere di intervistare La Tempesta Gentile in occasione dell’uscita del loro singolo d’esordio “Esplorazione” che rappresenta per la band il lato più immediato, giocando su contrasti tra la ruvidità di matrice grunge e atmosfere quasi dream-pop più rilassanti e rassicuranti, come a voler raffigurare i diversi stati d’animo che si provano durante un lungo viaggio, verso luoghi completamente sconosciuti, fra tensione e speranza, lontani dalla propria comfort zone. 

Cos’è per voi la musica? Quanto conta la passione e lo studio per avviare una carriera musicale?

Prima di tutto per noi è passione, non può essere diversamente, poi può essere anche tante altre cose, fra cui un lavoro, un hobby, una valvola di sfogo, e tutte le varie identità che può prendere su ogni singola persona. Come detto la passione viene al primo posto, per quanto riguarda lo studio invece, può essere sì un fattore importante, ma più che “studio” forse è più centrata la parola “impegno”. È fondamentale mettere nella musica sé stessi in modo sincero, e impegnarsi a fondo se si vogliono raggiungere risultati, poi come accessori ci vogliono sicuramente testa dura e un po’ di fortuna che non guasta mai.

È uscito il vostro nuovo singolo. Quali sono i temi trattati e cosa vi ha spinto a scegliere questo titolo?

“Esplorazione” innanzitutto è uno dei brani più significativi per spiegare la nostra idea di suono, e quindi una parte essenziale del progetto.

Al suo interno si possono trovare un po’ tutte le anime della band, soprattutto c’è una sorta di botta e risposta fra strofa e ritornello, dove da una parte emerge il nostro lato più duro e cinetico, e dall’altra parte si entra in un momento di sospensione, dove la ritmica scompare e i suoni si fanno più dilatati ed eterei

 È  fra queste due diverse facce, una più minacciosa, l’altra più riflessiva e rassicurante, che andiamo a giocare la nostra partita, simboleggiando i diversi stati d’animo che si possono provare durante un difficile viaggio verso l’ignoto, alla ricerca di un cambiamento importante.

Il paesaggio musicale che ne è uscito ha quindi ispirato direttamente il testo, il titolo è venuto di conseguenza.

Quanto c’è di autobiografico nelle vostre canzoni?

C’è tutto, non riesco (parla Luca il cantante-bassista) a scrivere di sensazioni o emozioni al di fuori di me, quando scrivo un testo l’ispirazione viene prima di tutto dal mio vissuto, poi chiaramente spero che in quello che scrivo ci si possano riflettere tante persone, o comunque di trasmettere qualcosa.

In che modo i social possono essere utili per l’attività di un artista?

Possono aiutare a farsi conoscere, oltre a fornire un canale comodo per aggiornare sulla propria attività.

Per noi però devono essere un aiuto, e non diventare un assillo, una fissazione, anche perchè è tutto tempo che si toglie a quella che dovrebbe essere l’attività principale per una band, ovvero fare musica. Tante volte si dà troppa importanza ai numeri, dimenticando che la prima cosa che fa conoscere l’artista è la qualità della propria proposta, e quella non ti viene data dai social.

Quali saranno i vostri prossimi passi discografici?

Il 1° marzo uscirà il secondo singolo “Senza Nome (Sole)”, per il quale stiamo girando il videoclip, che sarà anticipazione dell’album completo “LTG” che uscirà il 5 aprile per Overdub Recordings.