Il punto di rugiada: il cimitero degli elefanti di Marco Risi

Diretto dall’eclettico Marco Risi, Il punto di rugiada mette in scena le vite di due ragazzi, protagonisti di esistenze vuote e spericolate.

Carlo, cui presta il volto Alessandro Fella, è il rampollo di una ricca famiglia che, dopo essersi messo alla guida della sua vettura completamente ubriaco, ha provocato un incidente in cui una ragazza è rimasta gravemente sfigurata. Processato, è condannato a dodici mesi di lavori socialmente utili da svolgere in una lussuosa casa di riposo per anziani.

A dover scontare la stessa pena è Manuel, interpretato da Roberto Gudese, un giovane spacciatore che di mesi però ne deve fare diciotto. I due ragazzi sono fin da subito odiati dal direttore, il dottor Falchi (Enzo Paci), che non vorrebbe conceder loro un’altra possibilità se non quella di vederli in prigione. L’operato dei due giovani, che devono accudire e somministrare le medicine prescritte agli anziani, è sorvegliato costantemente dalla capo infermiera Luisa (Lucia Rossi). Gli ospiti della casa di riposo, che è vietato definire “vecchi”, sono personaggi molto eterogenei. Spiccano un colonnello che non è riuscito a diventare generale, incarnato da un ottimo Eros Pagni, Dino, un eccellente Massimo De Francovich, con una bella carriera di fotografo alle spalle, nonché il più carismatico e che definisce la casa di riposo “un cimitero degli elefanti”, e Federico (Luigi Diberti), poeta con l’alzheimer, che in gioventù rubò la fidanzata a Dino, ma non lo ricorda.

Poi c’è Antonella, interpretata da Erika Blanc, qui nei panni di un’ex attrice che nella casa di riposo è corteggiata da Pasquale (Maurizio Micheli), una sorta di showman del tempo che fu. Il punto di rugiada mette a confronto generazioni lontane che inizialmente sembra non abbiano niente in comune. In realtà il punto di contatto sono le famiglie, ognuno ha una storia da raccontare, giovani e anziani. Chi sembra sia stato artefice del proprio destino fino alla vecchiaia, chi invece ha subìto i danni causati da famiglie disfunzionali e da padri assenti. In realtà ognuno porta con sé una sorta di fardello, acquisito prima e restituito poi. Giovinezza e vecchiaia che idealmente si osservano a mo’ di specchio e interagiscono come vedendo ciò che si è stati e ciò che si diventerà, in un cerchio che si chiude inevitabilmente con la morte.

 

 

Fabrizio Battisti