Gli Uncle Muff presentano Old blue back

Abbiamo avuto il piacere di intervistare gli Uncle Muff in occasione dell’uscita del singolo “Old blue back” un affresco sonoro disegnato con ruvide pennellate di blu che tracciano un paesaggio in cui un’anima naufraga in mezzo a un oceano di lontananza dal mondo.

Nel vostro percorso musicale, avete preso spunto da artisti come Nick Cave, Tom Waits e Neil Young. In che modo questi artisti hanno influenzato il vostro approccio alla musica e come cercate di rendere omaggio alle vostre influenze senza perdere la vostra identità artistica?

La nostra musica nasce in maniera spontanea e le influenze che subisce emergono in maniera abbastanza sotterranea e non credo siano direttamente riconducibili ai brani che produciamo. Gli artisti che hai citato hanno per me, più che altro, il merito di farmi amare la musica, di spingermi a imbracciare la chitarra e suonare. E’ come se mi accendessero una luce che mi permette di muovermi tra i suoni, i ritmi e le parole e di giocarci in libertà. Mi verrebbe da dire che è come se mi insegnassero ad essere libero di vivere la creatività.

La vostra musica è spesso difficile da inquadrare in un unico genere. Come gestite questa diversità di stili all’interno del vostro repertorio e come pensate che questa versatilità influenzi l’ascolto del vostro pubblico?

In qualche modo anche il nostro pubblico credo viva la musica come la viviamo noi cioè in libertà. Ciò non toglie che abbiamo ricevuto apprezzamenti anche da chi ascolta solo determinati generi, siano essi metal, jazz o reggae. Penso che quel che viene maggiormente apprezzato sia la spontaneità e la genuinità della nostra musica. Detto ciò ad oggi non abbiamo mai prodotto pezzi nell’ottica di ammiccare a chi ci ascolta e credo che anche questa sincerità venga apprezzata.

Il vostro singolo “Old Blue Back” è stato pubblicato da Overdub Recordings. Qual è il messaggio dietro questa canzone e come si collega al resto dell’album di prossima uscita?

Il filo conduttore dell’album che uscirà è l’acqua e Old Blue Back nasce da una suggestione emersa dai due accordi del ritornello che ci hanno evocato una situazione di un uomo alla deriva in acque blu profonde e minacciose. “I want my old blue back” recita il ritornello ed è un canto di nostalgia verso la tristezza di un tempo, quel “blue” calmo e innocente della giovinezza che è stato sostituito da una malinconia irrequieta e quasi disperata.  E il gioco è mantenere l’ambivalenza del significato di “blue” che è anche quello del mare placido e sognante di un tempo che ora si è trasformato in minacciosa lontananza dal mondo e dalla ragione. Solo nel finale si viene proiettati in un luogo affollato e natalizio dove un abbraccio restituisce calore e senso di realtà.
La collaborazione con Overdub Recordings è nata un po’ per caso ma è stata molto importante e ci teniamo a ringraziarli per aver creduto nel nostro progetto.

In che modo i social possono essere utili per l’attività di una band?

Il mondo dei social è in continua evoluzione ed è affollatissimo di mille notizie su qualsiasi argomento. La loro fruizione è sempre un po’ nevrotica e non è facile far capolino nella marea di notizie che, per essere considerate, devono essere urlate nelle orecchie degli utenti. Noi usiamo social in maniera un po’ educata, coscienti che quelle piattaforme non sono fatte per questo tipo di comunicazione ma preferiamo conservare la nostra identità anche in queste situazioni.

Vi va di ricordarci i vostri contatti per trovarvi in rete?

Sui canali social siamo presenti in Facebook, Instagram e youtube dove si trovano i video che abbiamo prodotto negli anni. I tre dischi passati e l’ultimo singolo sono reperibili un po’ in tutte le piattaforme di streaming musicale come Spotify, Amazon Music, Deezer, etc.

Basta cercare Uncle Muff e siamo facilmente reperibili un po’ dappertutto.

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