Qua è dura di Ricky Ferranti – Intervista al cantautore

“Qua è dura” di Ricky Ferranti è un brano che affronta con franchezza e profondità il tema della connessione con il divino nella vita di tutti i giorni. L’artista esplora il contrasto tra la purezza del messaggio spirituale e la sua distorta interpretazione materialistica, evidenziando il divario che spesso porta a conflitti religiosi. Con una melodia avvolgente e una voce appassionata, il cantautore offre una canzone che invita alla riflessione su spiritualità e società.

Cos’è per te la musica? Quanto conta la passione e lo studio per avviare una carriera musicale?
Intanto grazie per questa intervista. La musica fa parte della mia vita e qualcuno disse che la musica è la forma d’arte per eccellenza. Non so dirti se è veramente è così in assoluto, ma per me lo è sicuramente.
Penso che se sei veramente interessato a qualcosa venga naturale impegnarsi a capire come quella cosa funziona. Quindi studiare per fare musica è fondamentale.
Anche i più grandi autodidatti hanno studiato, da soli , ma hanno studiato. Non importa dove studi ma come lo fai. Se c’è curiosità e passione allora va bene.
E’ impensabile pensare di fare della musica un lavoro senza avere dedicato ore di studio a comprenderne meccanismi .

Qual è stata l’ispirazione dietro la scelta di esplorare un dialogo con Dio nel testo del tuo singolo “Qua è dura”?
Sono pensieri che mi girano in testa fin dal liceo quando lessi della famosa scommessa sull’esistenza di Dio di Pascal.
Mettiamoci poi che arrivo da una famiglia Cattolica e praticante unito ad un interesse per tutto ciò che riguarda il trascendente.
Tutte queste cose unite a ciò che di assurdo avviene nel mondo ,ad un certo punto, tra dubbi e certezze, hanno dovuto uscire nella forma canzone che per me è la più congeniale per esprimermi.

Quanto c’è di autobiografico nelle tue canzoni?
Sono quasi sempre autobiografiche. Gli ultimi singoli, Aspetto,Passano le estati,Metti via e Qua è dura sono tutte autobiografiche.

In che modo i social possono essere utili per l’attività di un artista?
Il mondo musicale è profondamente cambiato , in Italia poi ancora di più , in peggio.
Dico questo perchè il live , che dovrebbe essere la partenza per un artista, in Italia è il punto di arrivo.
In Italia è il contrario di come dovrebbe essere lo sviluppo artistico.
Suono tanto, faccio gavetta , imparo a gestire un palco ed propongo la mia musica in giro.
Invece si crea un artista quasi dal nulla tramite un Talent e poi lo si f suonare in giro come fosse già una star.
In USA è il contrario nonostante esistano i Talent.
Rimane quindi la vetrina dei social per veicolare tramite un tablet quello che dovrebbe accadere parallelamente anche LIVE.
Direi che sono utili ma non possono essere la strada principale.

Con il mondo musicale in costante evoluzione, c’è qualcosa di nuovo che stai esplorando o che stai considerando di sperimentare nella tua musica?
Sono sempre in bilico tra utilizzo di nuovi plug in ed effetti strani e l’utilizzo di strumenti semplici e suoni naturali.
E’ un perenne conflitto.
Adoro il suono di un violoncello o una chitarra acustica e allo stesso tempo quello di un violino che suona in un ampli da chitarra con effetti digitali processato da plug in di ultima generazione.
Insomma sono al passo con i tempi ma con un piede sempre nel mondo classico.

Quali saranno i tuoi prossimi passi discografici?
Fare uscire due singoli e poi l’album intero.