The piper: gothic Sands

The piper, diretto dall’islandese Erlingur Thoroddsen, è un film horror che si ispira alla fiaba del pifferaio di Hamelin.

Melanie, interpretata da Charlotte Hope, suona in un’orchestra diretta dal maestro Gustafson, dal fare brusco e dispotico, ben caratterizzato dal compianto, ottimo attore inglese Julian Sands, la cui vasta filmografia spazia da Camera con vista di James Ivory a pellicole strettamente di genere come il Gothic di Ken Russell o i primi due Warlock.

In programma vi è un concerto dedicato a Catherine Fleischer, musicista che Gustafson vuole commemorare dopo la sua recente dipartita, avvenuta in circostanze misteriose. Per celebrarla al meglio, il direttore d’orchestra vorrebbe eseguire la composizione da lei creata, ma si trova di fronte al rifiuto della famiglia Fleischer. Melanie propone a Gustafson di suonare il proprio spartito, però il maestro le preferisce quello di Franklin, cui presta il volto Philip Cristopher, nel quale Melanie riconosce il suo diretto rivale. Per scavalcare il collega, la stessa propone al direttore d’orchestra di recuperare a suo modo il componimento di Catherine, che era stata proprio la sua insegnante. Ma Alice, interpretata da Pippa Winslow, sorella della musicista scomparsa, nega anche a Melanie di poter suonare lo spartito, ammettendo che Catherine è deceduta cercando di dare alle fiamme proprio la musica che aveva scritto. A tal diniego, la nostra non si arrende cercando di impadronirsene ad ogni costo.

The piper ha una parte introduttiva abbastanza lenta prima di condurci nel vivo della storia, ma, dal canto suo, gode di atmosfere gotiche ben rese e di una discreta fotografia, elevando così il gusto della visione. Il film prende corpo in modo robusto nella seconda parte, a supporto di un buon incedere della suspense, che nasce già quando la piccola Zoe, figlia di Melanie, incarnata da Aoibhe O’Flanagan, insieme ad un amichetto ascolta i nastri della musica maledetta che la madre aveva precedentemente rubato da casa Fleischer. La rivalità col suo collega l’ha spinta in un terreno oscuro e pericoloso, in cui anche la vita della piccola sarà presto in pericolo. Fino all’epilogo di The piper, in cui il male puro prende forma grazie ad effetti speciali molto riusciti che rievocano nella memoria anche pellicole d’antan, determinando con ciò un valore aggiunto che innalza il film in un crescendo di tensione Rendendo la visione molto godibile, nonostante la prevedibile conclusione.

 

 

Fabrizio Battisti