Febe e la sua Lost Potential. Intervista

“Lost Potential” è un brano dal sapore molto meno malinconico rispetto alle precedenti canzoni, sia nella melodia che nell’arrangiamento, suscitando il desiderio di ballare. Tuttavia, nel testo si nasconde una tematica tutt’altro che allegra: la scarsa autostima, la sensazione di non essere mai abbastanza per essere presi sul serio e il rischio di arrivare al burnout nel tentativo continuo di dimostrarlo.

Cos’è per te la musica? Quanto conta la passione e lo studio per avviare una carriera musicale?

La musica per me è sempre stata una grande amica, c’è nel momento del bisogno, c’è quando tutto sembra perduto ed è così da quando probabilmente ho cominciato a parlare. La musica mi permette di trasformare anche un sentimento orribile, come qualcosa che mi fa stare male, in arte ed è un potere così grande che salva le vite senza nemmeno che ce ne rendiamo conto.
Ovviamente studio e passione, secondo me, devono andare di pari passo, se ne manca uno purtroppo sarà ancora più difficile succedere. Io cerco sempre di tenermi al passo, di migliorarmi e di crescere artisticamente continuamente, non credo che mi sentirò mai arrivata a un certo punto della mia carriera, bisogna sapersi sempre reinventare.

È uscito il tuo nuovo singolo. Quali sono i temi trattati e cosa ti ha spinto a scegliere questo titolo?

Lost Potential è governata da un contrasto: la melodia allegra che fa anche venire voglia di ballare, ed il testo molto malinconico, come gli altri brani del resto…  Se nei due precedenti What if e Is This living Life? Si parlava corrispettivamente di depressione e ansia sociale, in questa si parla della scarsa autostima, di come non riesco mai a sentirmi abbastanza per essere presa sul serio e che a forza di cercare di dimostrarlo giungo anche al burnout. Nel videoclip viene evidenziato anche un ulteriore significato che ha per me questo brano: in un divertente palcoscenico, mi cambio di  travestimento rappresentando con questa metafora esagerata come ancora io non sappia chi sia, cosa voglia essere, e di conseguenza mi sento come se per tentare di far capire che ho la testa sulle spalle, plasmassi la mia personalità a seconda di quello che voglio che la gente percepisca di me, per avere in questo modo una spinta in più di autostima, quando in realtà ne possiede davvero poca.

Quanto c’è di autobiografico nelle tue canzoni?

Le mie canzoni raccontano quello che provo e che rielaboro solo quando sono da sola con la chitarra. Quindi sì, c’è molto di autobiografico. 

In che modo i social possono essere utili per l’attività di un artista?

Sicuramente sono molto utili come rampe di lancio e per arrivare a nuovi potenziali interessati, danno la possibilità anche a chi è sconosciuto di emergere, se usati bene possono farlo connettere con nuovi potenziali ascoltatori.

Quali saranno i tuoi prossimi passi discografici?

A metà gennaio uscirà il quarto singolo, l’ultimo prima dell’uscita dell’Ep a febbraio, in questo modo si concluderà questo mio primo progetto di 5 brani che raccontano la mia storia e che spero arrivi ai cuori di molti, anche se ho tanto altro da raccontare.

Da marzo voglio subito tornare in studio e organizzare qualche live per la stagione primavera – estate 2024. 

Ti va di ricordarci i tuoi contatti per trovarti in rete?

Mi trovate su tutte le piattaforme streaming e ovviamente su i social più usati come Instagram (febe.music), Facebook (FEBE), TikTok (febe.music) e Youtube (FEBE)

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